Nino Frassica: «Arbore rischiò di strozzarsi per quanto lo feci ridere. Terence Hill vive da monaco, dubitavo della sua esistenza. Un giorno sparirò come Mina»

Nino Frassica, lei ha scritto un libro, «Piero di essere Piero». Ogni tanto torna alla sua comicità surreale? «È una galleria di Pieri immaginari, una piccola umanità che non esiste ma che in fondo è molto vera: in ognuno di noi c’è una vena grottesca». Lei cominciò con il teatro, Ionesco per la precisione. «Recitavo in una compagnia, “I cantatori pelosi figli della cantatrice calva”. Ma questa comicità oggi è difficile farla. (Corriere della Sera)

Su altre fonti

Su Alberto Sordi, suo mito assoluto, che incontrò a una serata dei David di Donatello e a cui non riuscì a dire una parola per l'imbarazzo; su Renzo Arbore che "corteggiò" al telefono con vari messaggi anonimi lasciati nella segreteria telefonica ("Recitavo. (Today.it)

«In ognuno di noi c'è un vena grottesca - ha dichiarato Frassica - quando per la prima volta Terence Hill mi chiamò al telefono ero incredulo, pensai a uno scherzo e non avevo tutti i torti, perché prima di allora la voce non l'avevo mai sentita siccome, nei film, è sempre stata doppiata». (leggo.it)

Intervistato dal Corriere della Sera, Nino Frassica condivide diversi aneddoti riguardanti le sue esperienze in tv. Dalla timidezza durante il primo incontro con Alberto Sordi ai messaggi anonimi lasciati nella segreteria di Renzo Arbore, l'attore si lascia andare anche ad alcune rivelazioni sulle abitudini "monacali" di Terence Hill (Fanpage.it)

Nino Frassica, cosa lo spaventa: “Un giorno sparirò, come Mina”

Ha pubblicato il libro Piero di essere Piero e a Roberta Scorranese oggi racconta il primo incontro con Alberto Sordi: «Feci scena muta. Nino Frassica si racconta oggi in un’intervista al Corriere della Sera. (Open)

Ma anche un futuro dove mette in conto l'ipotesi di sparire, proprio come Mina. Quelle telefonate a Renzo Arbore, all'inizio della sua carriera, ce le ricordiamo tutti, quando menzioniamo il nome di Nino Frassica: è così che è riuscito a "conquistarlo". (DiLei)