Trump non esclude l’uso della forza per l’annessione della Groenlandia, Copenaghen reagisce con freddezza
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Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha rilanciato con toni ancora più duri la sua controversa proposta di acquisire la Groenlandia, arrivando a suggerire – senza mezzi termini – che l’opzione militare non sia del tutto scartata. In un’intervista a Nbc News, ha ribadito con sicurezza che gli Stati Uniti otterranno il controllo del territorio artico, definendolo un obiettivo prioritario della sua amministrazione. "La prenderemo al 100%", ha affermato, lasciando intendere che, sebbene preferisca una soluzione diplomatica, ogni scenario rimanga sul tavolo.
Le parole di Trump, che ha ammesso di aver valutato concretamente l’annessione durante discussioni interne, hanno suscitato immediata reazione da parte della Danimarca, alla quale la Groenlandia appartiene pur godendo di un’ampia autonomia. Fonti governative danesi hanno espresso malcontento, definendo i toni della Casa Bianca "inaccettabili" e lontani dallo spirito di collaborazione che tradizionalmente caratterizza i rapporti tra i due Paesi. Non è la prima volta, del resto, che l’ipotesi di un’acquisizione forzata genera tensioni: già nel 2019, quando Trump propose l’acquisto dell’isola, Copenaghen rispose con un secco rifiuto, bollando l’idea come "assurda".
Oltre alla questione groenlandese, l’intervista ha toccato il tema dei dazi commerciali, confermando la linea dura dell’amministrazione americana. Trump ha escluso qualsiasi rinvio delle tariffe previste per il 2 aprile, sottolineando che saranno applicate in modo permanente finché non otterrà concessioni sostanziali dai partner economici. Una posizione che, unita alle dichiarazioni sulla Groenlandia, delinea una strategia politica aggressiva, tesa a rafforzare la presenza statunitense sia dal punto di vista territoriale che commerciale.