Davide il tennista, Francò l'ex parà: le storie dei cinque operai morti a Calenzano. «La paura ci accompagna sempre»

«Non può essere che mio marito non ci sia più. Come farò a dirlo ai nostri due figli?», dice, la voce rotta dal dolore, Katia che solo il giorno dopo l'esplosione a Calenzano ha saputo di essere vedova. La vedova di Franco Cirelli, lucano di 50 anni, arrivato una settimana per la manutenzione al deposito Eni a Calenzano, dove è morto lunedì mattina assieme ad altri quattro lavoratori. Cirelli, impiegato alla Sergen, sarebbe dovuto tornare a Cirigliano (Matera), piccolo paese con circa 300 abitanti, per festeggiare il Natale (Corriere Fiorentino)

Su altri giornali

L'intero deposito Eni di Calenzano (Firenze) dove c'è stata l'esplosione del 9 dicembre 2024 è stato posto sotto sequestro dalla procura di Prato per svolgere le indagini tecniche necessarie per stabilire le cause dello scoppio alle pensiline di carico. (Corriere Fiorentino)

Li hanno recuperati al mattino i vigili del fuoco, fra le macerie dell’area distrutta dall’esplosione. E non erano tutti camionisti. Solo tre delle cinque vittime dell’immane esplosione al deposito Eni di Calenzano lavoravano come autotrasportatori: al nome di Vincenzo Martinelli si sono aggiunti quello di Carmelo Corso, 57 anni, e Davide Baronti, 49 anni, tutti da tempo residenti in Toscana. (il manifesto)

Prato si è fermata, alle 10 di stamani, giorno di lutto regionale, per ricordare le vittime della tragedia di Calenzano e, in particolare, le due che abitavano in città: Vincenzo Martinelli e Carmelo Corso. (notiziediprato.it)

Calenzano: Re David, governo ha responsabilità quanto ditte

Una lettera. Che denunciava «continue anomalie sulla base di scarico» nel deposito Eni di Calenzano. L’ha scritta Vincenzo Martinelli, una delle cinque vittime dell’esplosione, alla sua azienda Bt Trasporti. (Open)

Un vento freddo dal nord ha portato la notizia che tutti immaginavano, ma nessuno osava pronunciare: sono in tutto cinque le vittime provocate dall’esplosione di lunedì mattina, deflagrata nel deposito di via Erbosa. (LA NAZIONE)

"Se il governo dopo la strage di Esselunga" a Firenze "fa la patente a crediti, che dà punti alle imprese, poi taglia sulla finanza pubblica e dunque sui controlli" significa che "continua a lasciare mano libera alle imprese di fare quello che credono per aumentare il profitto. (QUOTIDIANO NAZIONALE)