Milano, parla il padre di Ramy: «Ci dissociamo dalle violenze al Corvetto. Nessuna vendetta, rispettiamo legge del nostro Paese, l'Italia»
«Siamo lontani da quanto accaduto lunedì sera e ci impegniamo a rispettare la legge nel nostro secondo Paese, l'Italia». È Yehia Elgaml a parlare all'Ansa, il papà di Ramy, il 19enne morto in scooter durante un inseguimento con i carabinieri, nella notte tra sabato e domenica, a Milano. Morte a cui sono seguite due notti di disordini nel quartiere Corvetto, dove abitava. «Abbiamo fiducia nella magistratura italiana, e non vogliamo vendetta ma solo sapere ciò che è successo. (Corriere Milano)
Ne parlano anche altri giornali
Il martedì, in via dei Panigarola, è giorno di mercato. «Chiediamo la verità per la morte di Ramy», si fa portavoce Nadir, cresciuto con il diciassettenne morto domenica notte nello schianto del TMax guidato da Fares, tunisino di 22 anni, in fuga dai carabinieri. (ilmessaggero.it)
Sempre. Sono le immagini che ricordano Parigi, magari in piccolo, quando venne data alle fiamme per la morte del giovane Nahel un anno e mezzo fa. (Nicola Porro)
Da quanto trapela, esistono più telecamere nella zona dell'incidente, tra via Ripamonti e via Quaranta nel quartiere Corvetto, "c'è un video solo" abbastanza nitido che riprende la scena, mentre non ci sarebbero testimoni dell'accaduto che "sarebbero molto utili". (MilanoToday.it)
E’ indagato per omicidio stradale in concorso il carabiniere alla guida della gazzella del Nucleo Radiomobile di Milano che, nella notte tra sabato e domenica, ha inseguito lo scooter su cui viaggiava Ramy Elgaml, il 19enne egiziano morto all’alba di domenica dopo essere scivolato sull’asfalto in via Quaranta. (LAPRESSE)
Nell’inchiesta, condotta dalla Polizia locale e coordinata dalla Procura milanese, è anche stata disposta l’autopsia sul corpo di Ramy, fissata per venerdì. Indagati per omicidio stradale in concorso sia il carabiniere che era alla guida della macchina di servizio che il 22enne tunisino che guidava lo scooter. (Radio Onda d'Urto)
Sulle strade, ad appiccare roghi, spaccare automobili e lanciare bombe carta contro le forze dell’ordine, non c’erano però solo gli amici di Ramy, ma decine di giovani accorsi da tutte le periferie cittadine. (IL GIORNO)