Attacco alle basi italiane, l'opzione del governo sui militari Unifil: spostarli in altre aree, ma rimangono in Libano
Il ritiro dal Libano «non è una decisione nazionale, ma internazionale. È una scelta dell’Onu sulla quale rifletteranno i 40 Paesi che contribuiscono alla missione. La mia idea, e quella del governo, è di cercare di far prevalere gli spazi di pace». A poche ore dall’attacco israeliano alle basi Unifil, il ministro della Difesa Guido Crosetto ribadisce il senso della presenza italiana. Fra le opzioni anche misure intermedie: la sospensione della missione con il personale militare trasferito fuori area, ma pronto a rientrare se le condizioni dovessero cambiare. (Corriere Roma)
Se ne è parlato anche su altre testate
«Restiamo, non ce ne andiamo, facciamo il nostro dovere, ma ora è dura». Spari contro gli italiani che sono schierati in quel fazzoletto di Medio Oriente per garantire la pace o, quanto meno, la stabilità. (ilmessaggero.it)
Il ministro della Difesa ha immediatamente convocato d'urgenza l'ambasciatore israeliano e fatto il punto con (Secolo d'Italia)
«Inaccettabile». Di più: l’attacco di Israele contro le basi Unifil in Libano si può considerare come «un possibile crimine di guerra». E non importa se alle truppe dell’Onu era stato chiesto di «ricollocarsi» abbandonando le basi per lasciare il passo ai soldati dell’Idf: «Le Nazioni unite e l’Italia non possono prendere ordini da Israele», quasi scandisce nel pomeriggio Guido Crosetto (il manifesto)
"Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane contro la base Unp 131 potrebbero costituire crimini di guerra e sicuramente rappresentano delle gravissime violazioni alle norme del diritto internazionale umanitario. (La Stampa)
Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Guido Crosetto in una conferenza stampa dalla sala stampa di Palazzo Chigi, a Roma in merito a quanto accaduto alla missione Unifil in Libano. Crosetto: atti ostili potrebbero costituire crimini di guerra Milano, 10 ott. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Il leader di Italia Viva: "Doveroso che spieghi cosa sta accadendo" (LAPRESSE)