Hacker, cosa non torna: vogliono oscurare Striano
«Quando spunta il Mossad vuol dire che siamo alla frutta», ridacchia un vecchio giornalista. Adesso che il polverone sollevato lentamente si adagia sui quotidiani, i contorni della spy story milanese che emergono tra informative e ordinanze si fanno un po' più chiari. O forse no. Che ci sia un suk di dati sensibili è pacifico: se indagini (ancora in corso) e processi ne confermassero la gravità, i comportamenti di uomini con o senza più la divisa sarebbero imperdonabili. (il Giornale)
Su altre fonti
Il particolare è contenuto in una conversazione captata il 30/09/2022 negli uffici di via Pattari. Nelle circa quattromila pagine di informativa che ha portato il gip Fabrizio Filice ad emettere quattro custodie cautelari e sei interdittive emerge anche quello che può essere definito “il manifesto“ del gruppo di via Pattari 6. (IL GIORNO)
Mentre il Senato accelera sulla proposta di una commissione monocamerale di inchiesta parlamentare sul dossieraggio, emergono altri inquietanti sviluppi sulla banda di Milano che spiava politici, aziende, sportivi e che poteva vantare su un archivio sterminato in cantina «grande quanto il Duomo». (Liberoquotidiano.it)
– Nunzio Samuele Calamucci, l’hacker di punta di Equalize, legato al movimento Anonymus, arrestato nell’inchiesta della Dda di Milano, incontra a nome del gruppo di cyberspie, due israeliani dell’intelligence e, stando all’accusa della procura, avrebbe messo a loro disposizione i dati esfiltrabili dalle banche dati strategiche nazionali e si sarebbe reso disponibile alle attività d’intelligence richieste in cambio di un milione. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
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Iniziati oggi a Milano gli interrogatori di garanzia (LAPRESSE)
C’era anche il cantante Alex Britti tra le (almeno) quattro persone finite illecitamente sotto la lente di un ispettore della polizia di Stato in servizio alla polizia di frontiera di Orio al Serio: il poliziotto, bergamasco, 59 anni, residente a Curno – è una delle 51 persone indagate nell’inchiesta della Procura di Milano sul «dossieraggio» nata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lombardo e che ha fatto emergere un presunto network di «spioni», guidati dall’ex super poliziotto Carmine Gallo (ora ai domiciliari), ritenuto il braccio operativo di Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera (ente estraneo all’indagine), che si è autosospeso. (L'Eco di Bergamo)