Primario colpito con un manganello a Lamezia Terme: “È folle caccia agli operatori, garantire sicurezza”

“La folle caccia agli operatori sanitari non conosce sosta e si arricchisce purtroppo ogni giorno di nuove notizie di violenza ai loro danni. Questa volta la vittima di una barbara aggressione è il professor Rosario Procopio primario del Pronto soccorso di Lamezia Terme, colpito con un manganello alla schiena da un parente di un paziente. Il limite è ampiamente superato e questo ennesimo episodio dimostra come, nonostante l’approvazione del decreto antiviolenza che contiene specifiche norme per la tutela dei professionisti della salute, non si riesce ad arginare il fenomeno. (Milano Finanza)

Se ne è parlato anche su altre testate

Questi episodi di violenza contro il personale sanitario sono profondamente inaccettabili e non trovano alcuna giustificazione. (Il Dispaccio)

Roma — «Sono un po’ indolenzito, questo sì». I più lo hanno guardato stupiti, chi lo conosce non più di tanto. A meno di dodici ore dall’aggressione che ha subito, il dottore Rosarino Procopio si è presentato regolarmente al pronto soccorso di Lamezia Terme (la Repubblica)

«Sono deluso, stanco, amareggiato. Ventiquattro ore dopo aver subito violenza fisica da parte di un parente di una anziana degente Rosarino Procopio, 65 anni, primario facente funzione del pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia Terme, si sfoga ponendo l’accento sulle difficoltà ormai quotidiane cui sono sottoposti i medici del pronto soccorso, «vittime di continui soprusi, come se lavorassimo in trincea». (Corriere della Sera)

Aggressione primario Pronto Soccorso Lamezia, Sottosegretario Interno Ferro: 'Plauso a Polizia per arresto responsabile'

Le aggressioni ai sanitari negli ospedali italiani continuano a ritmo sfrenato. Poi l’esito inimmaginabile: manganellate contro il primario del reparto. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Il primario del Pronto soccorso dell'ospedale di Lamezia Terme, Rosario Procopio - Ansa (Avvenire)

Una risposta determinata e tempestiva, che rappresenta il più concreto segnale di vicinanza nei confronti del medico aggredito e di tutto il personale dell’ospedale. (Il Lametino)