Pino Daniele, il mito di un'artista curioso delle novità
In una delle sue ultime interviste Pino Daniele, morto all'alba del 2015, diceva: «Perché celebrare i grandi artisti solo quando non ci sono più? Vorrei che media e tv avessero più rispetto della storia della musica italiana». Questo sfogo amaro sembra profetico: la sua scomparsa ha generato una immensa “Tempesta Perfetta” di contenuti a volte approssimativi e talvolta persino scorretti o in malafede. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altre testate
Nato il 19 marzo del 1955, Pino Daniele è stato un unicum. Chitarrista autodidatta, ha saputo creare un linguaggio musicale innovativo, intrecciando la tradizione napoletana con generi provenienti da altre culture. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Il motivo non sta nelle canzoni, negli album capolavoro, in quel sound mai sentito prima. O almeno, non solo. Sta nel sentimento che è riuscito a trasmettere, in quel misto di rabbia e nostalgia che ha caratterizzato la sua musica. (Orticalab)
«Abbiamo iniziato a Capodanno, continueremo per tutto l’anno, e dopo ancora, ed è bello vedere che alle manifestazioni ufficiali si aggiungono quelle spontanee, dei fan, del suo popolo». Gaetano Manfredi da tempo, in sintonia con la fondazione che porta il nome di Pino Daniele, ha deciso di dedicare attenzione e investimenti nella memoria del caro estinto. (ilmattino.it)
Tutto questo vive nel racconto di Tullio De Piscopo, fedele compagno del musicista a cui è dedicato il libro “Con Pino – Dieci anni dopo”, in omaggio domani con l’edizione napoletana di Repubblica in edicola, nel decennale della scomparsa dell’artis… Ma anche il senso dell’amicizia, il coraggio, l’eredità lasciata ai giovani. (La Repubblica)
Una corsa contro il tempo, quel tempo con il quale aveva giocato per una carriera intera, inventando su ritmi che la musica napoletana non aveva mai conosciuto veri e propri capolavori. (ilmessaggero.it)
Ma anche e soprattutto perché le sue canzoni sono state parte integrante della nostra vita, colonna sonora naturale di gioie e dolori, materia sentimentale con la quale abbiamo impastato giornate intere, melodie bellissime che ci hanno fatto piangere, ritmi travolgenti che ci hanno fatto ballare, storie che abbiamo legato al nostro cuore e che non andranno mai via dalla nostra memoria. (la Repubblica)