Morto Roberto Gervaso, storica firma del Messaggero: lo scrittore e giornalista aveva ​82 anni

L’Italia perde con Roberto Gervaso un grande giornalista, un uomo pieno di ironia.

È morto Roberto Gervaso, giornalista, scrittore e aforista italiano.

Antonio Tajani: «L'Italia perde con Roberto Gervaso un grande giornalista, un uomo pieno di ironia.

«Quella di Roberto Gervaso è una grave perdita per me, per il giornalismo, per l'Italia.

— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) June 2, 2020. La morte di Roberto Gervaso priva l’Italia di una autentica fonte di cultura, sapere e intelligenza. (Il Messaggero Salute)

Ne parlano anche altri media

"La morte di Roberto Gervaso priva l'Italia di una autentica fonte di cultura,sapere e intelligenza. Quella di Gervaso è stata una figura molto nota - anche per il suo papillon e per gli aforismi - al pubblico televisivo. (AGI - Agenzia Italia)

Mattarella: uomo "di finissima cultura, protagonista, per lunghi anni, del giornalismo e della vita culturale del nostro Paese". Lo scrittore e giornalista Roberto Gervaso, 82 anni, è morto a Milano dopo una lunga malattia. (Il Fatto Quotidiano)

E’ stato anche un popolare personaggio della tv dove appariva sempre con il suo immancabile papillon ed è noto per i suoi aforismi. Lo scrittore e giornalista Roberto Gervaso, autore di successo di numerosi libri, in particolare biografie di celebri personaggi, e protagonista tra i primi della grande divulgazione storica in Italia, è morto, dopo una malattia, all’età di 82 anni in ospedale a Milano. (L'HuffPost)

Proprio lei lo ha salutato su Twitter scrivendo: “Sei stato il più grande, colto e ironico scrittore che abbia mai conosciuto. Lascia la moglie Vittoria e la figlia Veronica, giornalista del Tg5. (Virgilio Notizie)

È una giornata di sole romano, Gervaso ricorda bene: «Mi chiamava Robertino… e mi spiegò il metodo di lavoro nel 1964 per la Storia d’Italia: “Hai presente il monumento a Garibaldi? Maggio 2018, Roberto Gervaso ci racconta il suo profondo legame con Indro Montanelli per l’uscita dei volumi che scrissero insieme per la Storia d’Italia, riproposta in quei giorni dal «Corriere» . (Corriere della Sera)

Di sicuro non rientrava nelle due categorie su cui ironizzava: «C’è’ chi crede di essere un grande scrittore perché tutti lo leggono; e c’è chi crede di essere un grande scrittore perché nessuno lo legge». (Il Gazzettino)