Estrema destra, il pieno di voti in Germania. Ecco come inganna gli elettori
Nella Germania Est, dominata dal comunismo sovietico fino al crollo del muro, quasi un cittadino su tre ha scelto il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD). Alle domande dei giornalisti i «portavoce» del partito sono spesso ostili e rispondono: «è scritto nel programma». Siamo andati a vedere, in dettaglio, cosa c’è dentro. L’AfD, a prima vista, propone un programma che può sembrare attraente per molti elettori, soprattutto chi è preoccupato per il benessere delle «persone normali» come dicono loro. (Corriere della Sera)
Su altri media
“Col forte risultato di oggi dell’AfD la gente ha detto no alla deindustrializzazione e alla società multiculturale in Turingia e in Germania”. Così diceva, all’indomani del suo successo Bjorn Hoecke, uno dei leader del partito Alternative fur Deutschland (AfD, Alternativa per la Germania). (La Fionda)
Fabio De Masi, 44 anni, è europarlamentare tedesco dell’Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw), che si definisce un partito di «sinistra conservatrice», date le sue posizioni su migranti e guerra in Ucraina. (il manifesto)
Ci sarebbe da chiedersi perché la destra italiana sia riuscita a crescere moderandosi, mentre quella tedesca sta crescendo estremizzandosi. I Graffi di Damato. Anche i più critici e preoccupati della destra italiana guidata da Giorgia Meloni – alla quale non perdonano la fiamma missina, peraltro lasciata nel simbolo anche dell’Alleanza Nazionale da Gianfranco Fini uscendo a Fiuggi dalla “casa del padre”, che politicamente era stato per lui Giorgio Almirante – debbono riconoscere la grande differenza che c’è rispetto alla destra tedesca. (Start Magazine)
È la seconda volta, dopo la Turingia, che i Verdi non raggiungono la soglia del 5%. E ben gli sta, perché un partito nato sulla protezione dell’ambiente, e quindi sulla pace, si era trasformato in un partito di bellicisti sostenitori di Zelensky. (Contropiano)
La Domenica Elettorale in Brandeburgo Mostra un Risultato Ambiguo per il Cancelliere Scholz (ComplianceJournal.it)
Di Jens Woelk, Professore di diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza e la Scuola di studi internazionali dell’Università degli Studi di Trento (“cattedra Euregio”). (il Dolomiti)