Il conto in tasca ai dazi di Trump: per l’export italiano possibili impatti fino a 7 miliardi
MILANO – Un mondo in cui dilaga il protezionismo. Non una novità, visto che la svolta è già partita con il primo mandato di Trump e non si è certo invertita con la presidenza Biden. Ma che, con la versione 2.0 del Tycoon alla Casa bianca e un Congresso pienamente nelle sue mani, vede alle porte un nuovo giro di vite. Che potrebbe costare all’Italia una cifra in una forbice tra 4 e 7 miliardi di e… (la Repubblica)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Rispetto alla stima di nuove politiche protezionistiche negli Usa "è ovvio che questo scenario potrebbe avere ripercussioni in alcuni paesi, in particolare nei paesi" più esposti. "I due paesi con un surplus commerciale più elevato nei confronti degli Usa sono Germania e Italia". (l'Adige)
L'ex premier parlando di Stati Uniti ed Europa ha aggiunto: «Un'eventuale svolta protezionistica della politica commerciale statunitense sarebbe estremamente dannosa per entrambe le economie». E sui possibili ritardi italiani sul Pnrr ha spiegato: «Possono frenare la crescita». (Lettera43)
Gli investimenti sostenuti dal Pnrr dovrebbero riprendere nel 2025 e nel 2026, portando la crescita economica rispettivamente all'1 e all'1,2%". È l’istantanea sull’economia scattata dal commissario Ue Paolo Gentiloni a… (la Repubblica)
«Mi aspetto che i dazi di Trump arrivino molto velocemente, con il primo atto da presidente», dice Richard Baldwin, professore di Economia internazionale all’Imd di Losanna, tra i maggiori esperti di globalizzazione. (la Repubblica)
Il già presidente golpista, che aspira a diventare un tiranno anarco-capitalista dal prossimo gennaio, ha minacciato di imporre una tariffa transfrontaliera fino al 20% sui 3 mila miliardi di dollari di importazioni statunitensi, colpendo circa 575 miliardi di dollari di automobili, prodotti farmaceutici, macchinari e una lunga lista di altri prodotti provenienti dall’Unione Europea. (il manifesto)
“Nuove politiche protezionistiche negli Usa potrebbero avere ripercussioni in alcuni Paesi manifatturieri della Ue come Germania e Italia”: è l’allarme lanciato dall’eurocommissario Paolo Gentiloni. Ecco perché l’ex Presidente della Bce, Mario Draghi, ha rilanciato subito la sua linea trattativista (FIRSTonline)