Manovra, rispunta il voucher paritarie. Sale ancora il 2xmille ai partiti

Non si è ancora chiusa la partita degli emendamenti alla legge di bilancio 2025 che ha iniziato il suo iter alla Camera (l’arrivo in Aula è al momento fissato per il 13 dicembre). È rispuntata una proposta che non compariva nella prima lista dei cosiddetti “super-segnalati” dai partiti (250), vale a dire il voucher per le scuole paritarie per chi ha un Isee sotto i 40mila euro. Ma ritocchi arrivano anche sul finanziamento ai partiti previsto nel decreto fiscale, tema tornato al centro dell’attenzione dopo un tentato blitz bloccato dal Quirinale : per aumentare la dote per il 2xmille ai partiti aumenterà per il 2024 non di 3 milioni, come previsto da un emendamento di Avs e Pd al decreto Fiscale, ma di 4,6 milioni . (Il Sole 24 ORE)

Ne parlano anche altri giornali

Manovra 2025: 1775 milioni per rinnovo contratti, carta docente ai precari. E si lavora per 30mln alle paritarie e aumenti retribuzione ai Dirigenti. I dettagli Di (Orizzonte Scuola)

Le tempistiche si sono dilatate a causa dell’analisi del dl fiscale, ricorda Italia Oggi, che ha assorbito il tempo e le energie dei parlamentari. Manovra 2025, dal 9 dicembre discussione in commissione. (Orizzonte Scuola)

Nessun "inciampo" nell'esame del dl fiscale e nessun ritardo né per il via libera al decreto né per la Legge di Bilancio. (Adnkronos)

L’operazione-verità sui conti: «Qui ci sono tagli e austerità»

Cosa cambia per i cittadini e le famiglie con la nuova legge finanziaria in via di approvazione entro fine anno? Iniziamo citando una bella frase di una vecchia canzone: «È il fiume che trasforma il legno mentre lo trasporta via», recitano Mimmo Locasciulli ed Enrico Ruggeri. (Avvenire)

L’ostacolo, il dl fiscale La manovra ha incontrato nel suo percorso un ostacolo tecnico: il collegato fiscale. (Italia Oggi)

In realtà, il cofinanziamento è dovuto, mentre la manovra non stanzia investimenti e taglia 12 miliardi alla spesa sociale. All’operazione-verità messa in piazza dagli scioperi di Cgil e Uil e dei sindacati di base sull’austerità della prossima legge di bilancio, Giorgia Meloni ha reagito confondendo le mele con le pere. (il manifesto)