«Alessandro Giuli? Un semicolto che usa parole difficili per fare bella figura. È diventato ministro per le amicizie»

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Approfondimenti:
Open INTERNO

Il professor Franco Cardini, storico di destra ed ex iscritto al Msi, fa a pezzi il nuovo responsabile della Cultura Il professor Franco Cardini è uno storico e un saggista. È stato iscritto al Movimento Sociale Italiano dal 1953 al 1965. E quindi nessuno può tacciarlo di sinistrismo. In un’intervista a La Stampa oggi spiega che ha letto il curriculum del nuovo ministro della cultura del governo Meloni. (Open)

Su altre fonti

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli torna a parlare dopo la bufera che lo ha travolto, a partire dalle dimissioni del suo capo di gabinetto Francesco Spano, fresco di nomina. “Un ministro deve avere dei margini riconoscibili di indipendenza, soprattutto nella misura in cui, io sono ministro anche per Saviano, per Scurati, si fa espressione di un governo il cui partito principale ha il 30%, in quel 30% deve esserci lo spazio per una destra progressiva, non reazionaria, e che non guarda al passato. (LAPRESSE)

Tutte le forme di autoritarismo populista sono nate da una preventiva bonifica culturale. L’uomo nuovo del fascismo si distingue per la sua volontà e azione», tuonava Benito Mussolini. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Il suo discorso pronunciato durante l'audizione alle Commissioni Cultura della Camera e del Senato, oggetto di battute e meme, aveva un "grado di complessità direttamente proporzionale agli interlocutori e al contesto – dice il ministro della Cultura Alessandro Giuli, ai microfoni di 'La lingua batte', su Radio3 – Se parli con deputati che siedono in Commissioni Cultura, allora 27 secondi di citazione di un paio di testi, oggettivamente complessi, sarò teoretico ma è una scommessa che si può tentare. (la Repubblica)

“Mi sta turbocopiando!”, Fusaro attacca Giuli per l’uso di parole a cazzo

Al fine di compendiare al meglio, in questo tempio di Temi, una più efficace apologia dell’attuale ministro della Cultura, ci premureremo di utilizzare un linguaggio consono alla magnitudine della figura cui noi ci spingiamo, soli, a difendere. (Nicola Porro)

"Anche un ministro deve avere dei margini riconoscibili di indipendenza, soprattutto nella misura in cui esprime, seppure nelle vesti istituzionali, tutti gli intellettuali -che lo vogliano o no anche Scurati o Saviano- ma nella misura in cui si fa espressione di un governo il cui partito di maggioranza ha il 30% deve esserci spazio per una destra progressiva, non reazionaria, allergica a qualsiasi lacerto di nostalgia, perché in quel 30%, per fortuna dico io, c’è una maggioranza che deve riconoscersi nella Costituzione, ed è la linea invalicabile. (Civonline)

Il primo è diventato famoso per espressioni come “panconsumista erotico a immaginario ipersessualizzato”, oppure “il turbocapitalismo globocratico genera lo sradicato come profilo antropologico” e altri scioglilingua idioti, il secondo con costruzioni sintattiche ardite come “la quarta rivoluzione epocale della storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale” e “dobbiamo riaffermare la centralità del pensiero solare della battaglia delle idee che si discioglie nella luce meridiana dello spirito mediterraneo” che ormai tutti usiamo correntemente. (Lercio)