Come l'Ue intende gestire la rielezione di Donald Trump alla presidenza Usa

In previsione del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, l'Unione Europea sta muovendo i primi passi per elaborare una strategia unitaria PUBBLICITÀ Donald Trump è tornato. Questa è la nuova realtà che l'Unione Europea si trova ad affrontare da quando gli elettori statunitensi si sono recati alle urne e hanno concesso al repubblicano una vittoria più forte del previsto, conquistando i sette Stati in bilico. (Euronews Italiano)

Su altri media

La vittoria di Trump rischia di dividere l’Occidente, creando un’inedita linea di separazione politica, militare e commerciale tra Europa e Stati Uniti. Il pericolo è ormai evidente. (ilmessaggero.it)

Il trumpismo è un’ideologia o un metodo di governo, basato su pragmatismo e imprevedibilità? La differenza non è senza conseguenze per gli alleati europei, ansiosi di contare con Donald Trump. (Corriere della Sera)

Volodymyr Zelensky conta sulla misericordia di quanti a Bruxelles e nelle altre capitali occidentali ne hanno condiviso tracotanza e cinismo mentre la guerra mieteva centinaia e centinaia di migliaia di vittime, devastava il Paese, faceva fuggire milioni e milioni di concittadini, compresi i moltissimi renitenti alla leva obbligatoria. (ROMA on line)

Trump, un successo netto ma non trionfale (di R. Alcaro, IAI)

Il 45° e futuro 47° presidente degli Stati Uniti ha calvalcato quella stessa ondata di protesta contro il governo in carica che ha penalizzato quasi tutti i partiti al potere nel 2024. La vice presidente Kamala Harris si era rivelata, anzi, uno dei migliori sfidanti tra tutti coloro che quest’anno hanno dovuto affrontare il giudizio delle urne nei paesi industriali avanzati, potendo contare su una campagna elettorale disciplinata, la candidatura storicamente impopolare di Trump e un’economia americana che naviga a gonfie vele. (Corriere della Sera)

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Il suo è stato, numeri alla mano, un successo netto ma non trionfale: con ogni probabilità, riceverà lo stesso numero di voti del 2020 (intorno ai 75 milioni, un numero altissimo ma inferiore agli 81 milioni di Joe Biden), che nel voto popolare dovrebbero tradursi in un vantaggio di circa il 2% sulla sfidante Kamala Harris (Biden ottenne oltre il 4% in più nel 2020, Barack Obama oltre il 7% nel 2008). (L'HuffPost)