ISRAELE – Bibi spiega allontanamento Gallant: «Crisi di fiducia»

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Moked ESTERI

Un uomo solo al comando della guerra d’Israele contro i suoi nemici, libero dalle critiche del suo ministro della Difesa. Così quotidiani e analisti israeliani descrivono il primo ministro Benjamin Netanyahu dopo la sua scelta di licenziare Yoav Gallant dalla guida della Difesa. Una mossa già tentata in passato, poi posticipata, ora definitiva. Nell’annunciare l’allontanamento, Netanyahu ha parlato di «una crisi di fiducia» con Gallant che «non permetteva di continuare adeguatamente la campagna militare». (Moked)

Se ne è parlato anche su altri media

Anticipando di un paio di settimane una decisione che era già in cantiere Netanyahu ha spiazzato tutto il mondo politico esonerando il ministro della difesa Yoav Gallant dal suo incarico. Parafrasando Manzoni potremmo dire “Adelante Bibi, senza juicio”. (Mosaico-cem.it)

Migliaia di israeliani si sono radunati a Gerusalemme per una seconda notte di proteste a seguito del licenziamento da parte del premier Benjamin Netanyahu del ministro della Difesa Yoav Gallant, avvenuto ieri. (Il Fatto Quotidiano)

La mossa ha sancito l'escalation dei falchi di Tel Aviv per controllare l'esecutivo, di cui il 65enne generale era una delle figure meno allineate al vento di nazionalismo esasperato e furor bellico che si respirava all'interno dell'ultradestra alleata del Likud. (Inside Over)

Israel Katz, appena nominato Ministro della Difesa di Israele al posto di Yoav Gallant, è una figura politica di lungo corso con un’influenza significativa all’interno del partito Likud e un’esperienza politica che copre più di tre decenni. (Start Magazine)

Le uccisioni di civili e le violazioni del diritto internazionale esaminate «potrebbero in molti casi costituire crimini di guerra. (Corriere del Ticino)

All'indomani della clamorosa destituzione del ministro della Difesa, nel pieno di due guerre sul terreno e dell'annuncio del nuovo attacco dell'Iran, la Corte Suprema israeliana ha accolto la petizione che chiede di annullare il licenziamento di Yoav Gallant. (La Stampa)