Serenata a Taiwan con un “cuore” di navi da guerra

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In un mondo che sta vivendo una grande crisi di identità sociale, dove nell’Ottocento gli inglesi e nel Novecento gli americani si erano autoproclamati “gendarmi” per placare gli animi ribelli, da oltre un secolo i primi e da qualche decennio i secondi, hanno perso autorevolezza lasciando spazio ad altre potenze emergenti che a loro volta ambiscono a diventare garanti dei nuovi equilibri planetari. (Avanti Online)

Ne parlano anche altre testate

La Cina non prometterà mai di rinunciare all'uso della forza su Taiwan, una posizione che prende di mira le interferenze esterne e la piccola minoranza di separatisti. (Corriere della Sera)

Un gioco di equilibri delicato, una partita a scacchi giocata sul filo della tensione. La Cina torna a ribadire la sua posizione su Taiwan: la riunificazione è un obiettivo irrinunciabile, da perseguire anche con la forza se necessario. (Il Fatto Quotidiano)

Importante è stabilire un dialogo a livello europeo, dato che l’Europa è la dimensione minima per potersi confrontare in chiave dialettica con la Cina, in questo momento è molto debole, fragile economicamente La Cina mostra i muscoli circondando militarmente Taiwan come risposta al discorso fatto dal presidente dell’isola di giovedì scorso durante National Day dove sostanzialmente ha lasciato intendere che non vi è alcun orientamento circa la possibilità di riavvicinarsi alla Cina. (Quotidiano del Sud)

Mille droni killer dagli Usa: la mossa che inguaia la Cina

La Cina e Taiwan sono state separate dalla fine della guerra civile avvenuta nel 1949; e già da allora Mao Zedong fu decisamente preoccupato per una eventuale intromissione militare degli Stati Uniti a Taiwan. (L'Opinione delle Libertà)

Di Marta Ottaviani Una dimostrazione di forza nei confronti di Taiwan alla vigilia di un vertice internazionale (quello dei Brics a Kazan), che però potrebbe danneggiare proprio chi l’ha iniziata, ossia Pechino. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Nel frattempo, e in vista di ulteriori minacce, il governo taiwanese ha accettato di acquistare quasi mille droni killer statunitensi. Certo, il ministero della Difesa di Taipei ha annunciato l’avvistamento di 22 aerei e cinque navi da guerra di Pechino attorno all’isola, ma una simile presenza è pressoché irrisoria rispetto ai 156 velivoli e alle 126 imbarcazioni mobilitate nei giorni scorsi dal Dragone per le operazioni Joint Sword 2024B. (il Giornale)