Como show a Lecce: salvezza matematica e crisi nerazzurra
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Il Como, che ormai naviga verso la salvezza con il piglio di una squadra matura, ha travolto il Lecce al Via del Mare con un netto 3-0, frutto di una doppietta di Diao e del sigillo di Goldaniga. Una vittoria che, oltre a confermare la terza affermazione consecutiva dei lariani, certifica l’aritmetica permanenza in Serie A, obiettivo raggiunto con largo anticipo rispetto alle attese. Quella di Fabregas, benché ancora acerba sotto alcuni aspetti, è una squadra che cresce partita dopo partita, dimostrando mentalità e qualità, con l’ambizione di puntare ora a una posizione di centro classifica.
Diverso il discorso per il Lecce, il cui crollo non è solo fisico ma soprattutto tecnico e tattico. Non è bastata la prestazione di Krstovic, tra i pochi a emergere in una squadra sempre più fragile, soprattutto in difesa, dove gli errori si sono trasformati in gol concessi con troppa facilità. Giampaolo, che ha scelto di lasciare in panchina Strefezza e Caqueret puntando su Douvikas, ha ammesso le proprie responsabilità con un’intervista a DAZN durata appena due minuti, quasi un addio annunciato. "Mi assumo la responsabilità, chiaramente sono allenatore e me l’assumo", ha detto, evitando di analizzare nel dettaglio una partita che ha definito "indifendibile".
Le sue parole, sconsolate, sembrano preludere a un esonero ormai inevitabile, considerando che nelle ultime otto gare i salentini hanno collezionato sette sconfitte. Un declino che affonda le radici anche nelle scelte discutibili della scorsa estate, con una rosa costruita senza la necessaria qualità per garantire continuità. Intanto, tra i giocatori, Baschirotto ha provato a sdrammatizzare: "Siamo onesti, se andiamo in Champions è perché le altre sbragano", ma la battuta non nasconde una situazione sempre più complicata.