Cultura: Giuli, 'ministro ha margini indipendenza ma deve esserci spazio per destra progressiva'
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"Anche un ministro deve avere dei margini riconoscibili di indipendenza, soprattutto nella misura in cui esprime, seppure nelle vesti istituzionali, tutti gli intellettuali -che lo vogliano o no anche Scurati o Saviano- ma nella misura in cui si fa espressione di un governo il cui partito di maggioranza ha il 30% deve esserci spazio per una destra progressiva, non reazionaria, allergica a qualsiasi lacerto di nostalgia, perché in quel 30%, per fortuna dico io, c’è una maggioranza che deve riconoscersi nella Costituzione, ed è la linea invalicabile. (Civonline)
Ne parlano anche altri media
Il professor Franco Cardini, storico di destra ed ex iscritto al Msi, fa a pezzi il nuovo responsabile della Cultura (Open)
Le sue linee programmatiche vengono definite "supercazzole" dall'opposizione. Ministro della cultura da sole poche settimane, Alessandro Giuli non perde l'occasione per finire nel ciclone mediatico. (la Repubblica)
Al fine di compendiare al meglio, in questo tempio di Temi, una più efficace apologia dell’attuale ministro della Cultura, ci premureremo di utilizzare un linguaggio consono alla magnitudine della figura cui noi ci spingiamo, soli, a difendere. (Nicola Porro)
«Opftemma, misoneista, sacripante, arcolaio, soccida». Anche oltre i confini nazionali va raccontato, tassativamente con linguaggio forbito, che mentre il governo Meloni e il suo partito Fdi vanno in autodecomposizione o in autodistruzione, il ministro Giuli intrattiene le platee di giornalisti e di cittadini, di politici e di opinionisti con interventi criptici, ma che criptici, ermetici, ma che ermetici, meglio definirli «giulivi»: «A Venezia si trova un grande esempio di ciò che si può compiere dopo il diluvio, cioè la necessità di ricordarsi che noi siamo figli del terremoto, ma siamo anche figli dell’acqua, siamo aborigeni perché siamo aberrigeni, cioè siamo coloro che hanno errato in tutti gli spazi del Mediterraneo, tanto che ritroviamo le conchiglie sulle nostre montagne, e che l’acqua è l’elemento che ci dà vita, che ci ha costretto a viaggiare, a pensare, a immaginare, a rappresentare noi stessi. (Corriere del Ticino)
L’uomo nuovo del fascismo si distingue per la sua volontà e azione», tuonava Benito Mussolini. È curiosa questa inversione di ruoli: da sempre, sono le forze della reazione a farsi beffe degli intellettuali e degli eloqui forbiti. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Il primo è diventato famoso per espressioni come “panconsumista erotico a immaginario ipersessualizzato”, oppure “il turbocapitalismo globocratico genera lo sradicato come profilo antropologico” e altri scioglilingua idioti, il secondo con costruzioni sintattiche ardite come “la quarta rivoluzione epocale della storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale” e “dobbiamo riaffermare la centralità del pensiero solare della battaglia delle idee che si discioglie nella luce meridiana dello spirito mediterraneo” che ormai tutti usiamo correntemente. (Lercio)