La Germania nuovo crocevia jihadista: dal «ce la facciamo» del 2015 alla paura di oggi
Sono passati otto anni, da quando l’Isis ha rivendicato per l’ultima volta un attentato in Germania. Era il Natale del 2016, e il tunisino Anis Amri guidò il suo camion sui passanti del mercatino di Natale sotto la Chiesa della Memoria a Berlino. Da allora, nessuno degli episodi di violenza — almeno una decina — ha avuto ufficialmente la firma dell’Isis. Fino ai fatti di Solingen, quando Issa al Hasan si è avventato sui passanti, dopo aver girato un video in cui giura fedeltà all’Emiro. (Corriere della Sera)
Su altre fonti
Poco meno di un mese fa sono stati annullati tre concerti di Taylor Swift a Vienna per rischio attentati. Venerdì sera un giovane siriano ha ucciso tre persone a Solingen, in Germania. (Fanpage.it)
È l’opinione di Lorenzo Vidino, direttore del Programma sull’estremismo della George Washington University; esperto di islamismo in Europa e Nord America, ha lavorato sulle reti jihadiste in Italia e sulla radicalizzazione, con particolare attenzione ai Fratelli Musulmani L’attentatore di Solingen è un 26enne siriano musulmano sunnita che doveva tornare in Bulgaria. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
ha confessato di essere l'autore della strage con coltello avvenuta durante le celebrazioni per il 650esimo anniversario della città, che ha causato la morte di 3 persone e il ferimento di altre 8. (MOW)
A spaventare oggi l’Europa, e anche l’Italia, sono i “cuccioli di lupo”, come li chiama un investigatore, cioè ragazzi giovani, alle volte anche giovanissimi (in alcuni casi addirittura 13enni) che vengono avvicinati sul web dai signori del terrorismo. (la Repubblica)
La più feroce organizzazione jihadista il cui obiettivo è imporre un califfato globale sull'intera umanità spazzando via tutti gli infedeli. "La strage di Solingen così come le minacce a Taylor Swift a Vienna hanno la medesima matrice: l'Isis. (la Repubblica)
– Tiziano Terzani pensava che il terrorismo islamico non dovesse essere sconfitto uccidendo i terroristi: bisognava eliminarne le cause. Pensava che fosse un male incurabile perché "non si può separare il terrorismo islamico dal mondo che lo genera: il mondo dell’Islam". (QUOTIDIANO NAZIONALE)