Giulietto Chiesa, un testimone scomodo contro le guerre

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Il Manifesto ESTERI

Ma dal crollo dell’Urss in poi Giulietto Chiesa è stato soprattutto un acerrimo nemico di ogni guerra, segnatamente delle tante occidentali.

Credo che esista un modo giusto per ricordare Giulietto Chiesa: rammentare a tutti che lui è stato uno dei più importanti testimoni sul campo della fine dell’Unione sovietica.

Addio Giulietto, testimone scomodo e nemico della guerra.

Che, ben prima di tanti altri aveva compreso come quella costruzione non riuscisse più a stare in piedi e a legittimarsi. (Il Manifesto)

Su altri giornali

Giulietto Chiesa è stato un grande amico della Voce. Condividi questo articolo. Un vero compagno di viaggio nel corso degli anni, per la Voce. (La Voce Delle Voci)

E noi sentimmo immediatamente che quel che ci divideva, o sembrava dividerci, era solo un’evanescente cortina di parole. In questa guerra Giulietto resta ancora, qui con noi, presente. (Barbadillo)

Tratto da: pandoratv.it. ARTICOLI CORRELATI. . Scomparsa di Giulietto Chiesa: la Duma russa in piedi per un minuto di silenzio. Addio a Giulietto Chiesa. . Il testamento politico di Giulietto Chiesa. . (Antimafia Duemila)

Qui di seguito un ricordo di Giulietto Chiesa di Alfiero Grandi. Alla famiglia di Giulietto Chiesa l’abbraccio del direttore del nostro quotidiano, Alessandro Cardulli, e la partecipazione al cordoglio della redazione. (articolo21)

Giulietto Chiesa, un altro della Vecchia Guardia, temprato e coriaceo, che se ne va…. Sandro Teti. Nella foto Sandro Teti e Giulietto Chiesa in occasione della presentazione del libro di Eduard Limonov a Roma (a sinistra) Pochi ricordano, infatti, che in quegli anni venne duramente criticato da molti lettori dell’Unità, che lo accusavano di essere troppo di destra, antisovietico. (Farodiroma)

Giulietto Chiesa, Piemontese del 1940, ha studiato fisica a Genova, poi giornalista all’Unità e corrispondente da Mosca, anche per la Stampa, negli undici anni della fine della Unione Sovietica. Il funerale è un diritto dei vivi, per il quale è giusto correre anche il rischio della morte. (Il Manifesto)