Il caso Durov, le parole di Zuckerberg, Spotify in allarme: perché è in gioco la libertà d’informarsi
Non è raro in questi giorni imbattersi in un newsfeed popolato dai nomi dei fondatori dei più famosi colossi del Tech, coinvolti in episodi o autori di dichiarazioni spesso sconfinanti nella cronaca politica. Come infatti abbiamo ampiamente appreso in queste ultime ore, Mark Zuckerberg ha ammesso, in una lettera inviata alla Commissione Giustizia della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti a guida repubblicana, di aver “ricevuto pressioni” dal governo per “censurare” contenuti relativi alla pandemia di Covid-19, anche quelli di natura satirica. (Il Fatto Quotidiano)
La notizia riportata su altre testate
Lo schema vale oltre le cultu… È in gioco la libertà, ripetiamo continuamente a proposito di questioni molto diverse tra loro. (La Stampa)
Si complica la posizione di Pavel Durov, il fondatore di Telegram, arrestato a Parigi il 24 agosto e ora messo formalmente sotto accusa dalla procura della Repubblica della capitale francese. Sotto accusa. (WIRED Italia)
Il creatore di Telegram, già noto per i suoi scontri con varie autorità governative e per la sua ferma posizione a protezione della privacy degli utenti, si trova ora ad affrontare un’accusa personale estremamente grave. (Nicola Porro)
Il fondatore di Telegram al momento è stato scarcerato. L'impianto dell'inchiesta è chiaro: Pavel Durov avrebbe consentito una lunga serie di attività criminali sulla sua piattaforma senza intervenire con nessuna forma di moderazione. (Fanpage.it)
Un patrimonio stimato nel 2022 a 15,1 miliardi di dollari, quasi 1mln di utenti per Telegram fondata con il fratello Nikolai che non ha lasciato la Russia, l'editorialista del Corsera Federico Rampini, già vicedirettore del Sole 24Ore e corrispondente di Repubblica, nel suo ultimo articolo presenta Pavel Durov - la cui sorte, dopo l'arresto sabato scorso in Francia, sta tenendo il mondo intero col fiato sospeso - come un "piccolo Musk o Zuckerberg russo". (Il Giornale d'Italia)
Lo riporta l'agenzia AFp citando una sua Il miliardario franco-russo Pavel Durov, fondatore e Ceo dalla app di messaggistica arrestato sabato sera all'aeroporto Le Bourget in Francia, è stato rilasciato dalla polizia e trasferito al tribunale di Parigi in vista di una sua possibile incriminazione. (Secolo d'Italia)