Immobiliare, Nomisma: "Primi segnali di ripresa per il mercato"
Dopo il periodo di appannamento riconducibile agli effetti del progressivo inaridimento del canale creditizio, il mercato immobiliare italiano, sulla scia del calo dei tassi di interesse, mostra "i primi segnali di vitalità". È quanto rileva il terzo Osservatorio sul mercato immobiliare 2024 di Nomisma. Secondo Nomisma, che ha analizzato le performance dei 13 principali mercati italiani, la possibilità di una ripresa della domanda dipende fondamentalmente da due fattori: da una parte la tenuta dei redditi delle famiglie, per i quali non si può tuttavia ancora escludere un "lieve peggioramento" del mercato del lavoro, e dall'altra il ripristino di condizioni di accesso al credito meno prudenti e selettive. (LA STAMPA Finanza)
Ne parlano anche altri media
Rincarano gli affitti a Bologna: nel primo semestre 2024 sono aumentati del 3%, con un dato annuale che supera il 5%. Nelle zone di pregio del capoluogo emiliano i canoni sono cresciuti di oltre il 4% su base semestrale e di quasi l’8% su base annuale. (Il NordEst Quotidiano)
Lieve calo nelle compravendite di case a Bari e ancora nessuna inversione di tendenza. Diretta conseguenza dell’incertezza economica, talvolta stagnante, vissuta dalle famiglie. Cui si aggiungono le difficoltà di accesso al credito. (La Repubblica)
Pubblicato il 3 dicembre 2024 (MutuiSupermarket.it)
In Italia sono state compravendute 502.301 abitazioni, con una diminuzione dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nei due orizzonti temporali presi in esame le realtà non capoluogo sono andate meglio di quelle capoluogo. (Borderline24.com)
Creando un «disallineamento» nel mercato: molte persone cercano ma le locazioni disponibili sono poche, ed ecco allora quel +1,2% di variazione semestrale, tra prima e seconda metà del 2024, nei prezzi degli affitti che diventa un +4,3% se si confronta… Con un’offerta che, se nel primo caso resta stabile, nel secondo si contrae. (La Repubblica Firenze.it)
Perché, se fino a sei mesi fa, si poteva azzardare una proposta a un prezzo inferiore del 20%, sperando di chiudere l’affare pagando il 16% in meno, oggi sotto il 14% di sconto non si va. (La Repubblica)