Una pessima prova di potere. Servono ancora le regioni?
Minuti per la lettura L’ultimo quarto di secolo di storia istituzionale italiana è stato segnato da prove di potere e continui blitz delle regioni per sottrarre competenze a Stato e Comuni. Con un crollo della qualità dei servizi collettivi Anche nel turno odierno di elezioni regionali, che hanno coinvolto Umbria ed Emilia Romagna, non si è raggiunta la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto che si sono recati alle urne. (Quotidiano del Sud)
Se ne è parlato anche su altri media
Nelle pieghe esiste la congiuntura locale, in Emilia-Romagna nonostante le polemiche e il tentativo di strumentalizzare la catastrofe ambientale occorsa qualche settimana prima dal voto il governo erede della tradizionale cultura della sinistra ha retto e il maggiore partito che la esprime, il Pd, ha dilagato rappresentando quasi la metà dell’elettorato che si è recato alle urne. (L'HuffPost)
Ma i dati sull’affluenza in Emilia-Romagna e Umbria dicono che sono stati sconfitti un po’ tutti. E il 52,3% dell’Umbria sfigura rispetto al 64,7 di cinque anni fa. (Corriere della Sera)
Annalisa Terranova 21 novembre 2024 (Liberoquotidiano.it)
In Emilia-Romagna il crollo dei votanti è stato del 21,3% (dal 66,7%), contro il 12,4% dell’Umbria (dal 64,7%). Certo, si temeva l’astensionismo soprattutto a causa del segno lasciato dalle alluvioni in Emilia-Romagna, ma non lo si immaginava così drammatico (left)
Fonte: Vincenzo Costa Le elezioni in Umbria e in Emilia Romagna chiudono una fase, che non è solo quella del periodo populista, ma quella della democrazia. (Arianna Editrice)
La vera sensazione che esce da queste elezioni regionali è che i due partiti principali si stanno mangiando gli alleati (Quotidiano di Sicilia)