Pochi investimenti e famiglie impoverite, così la crisi della locomotiva tedesca ha spinto gli estremisti
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Sono ore di inquietanti prime volte per la Germania. Domenica, per la prima volta dalla fine della Guerra, un partito dell’estrema destra, l’Afd, ha vinto delle elezioni regionali. E ieri Volkswagen, “l’auto del popolo” fondata in epoca nazista e poi diventata simbolo industriale della Germania democratica, ha detto che la crisi potrebbe costringerla - per la prima volta - a chiudere uno stabilimento sul territorio nazionale. (la Repubblica)
Su altre fonti
La direzione della casa di Wolfsburg ha dichiarato che annullerà un accordo con i lavoratori, in vigore dal 1994, che escludeva licenziamenti non concordati fino a fine 2029. Volkswagen sta valutando la chiusura di stabilimenti e licenziamenti in Germania nel quadro di un piano di taglio dei costi del principale marchio del gruppo auto tedesco. (Il Fatto Quotidiano)
La decisione, non ancora ufficiale ma preannunciata dal CEO del brand Thomas Schäfer al consiglio dei lavoratori, potrebbe rendersi necessaria per abbattere ulteriormente i costi di altri 2 o 3 miliardi di euro rispetto al piano risparmio di 10 miliardi già messo in conto entro il 2026. (SicurAUTO.it)
La Volkswagen ha annunciato lunedì che potrebbe dover chiudere alcuni stabilimenti in Germania a causa della necessità di tagliare i costi per rendere l'azienda più competitiva. L'amministratore delegato del Gruppo Volkswagen, Oliver Blume, ha dichiarato che l'industria automobilistica europea sta affrontando una situazione molto impegnativa e seria. (Tom's Hardware Italia)
Oliver Blume, amministratore delegato di Volkswagen (Italia Oggi)
Volkswagen in tedesco significa letteralmente auto del popolo, e lo è stata sotto ogni punto di vista dal 1937 ad oggi. L'azienda teutonica, infatti, sin dai primi passi ebbe l'arduo compito di produrre macchine robuste, semplici, ma soprattutto economiche così da dare la possibilità a tutti i tedeschi di averne una. (Virgilio)
È una prima volta che fa molto rumore. È una pessima notizia per il governo Scholz e per tutto il Paese, anche perché verrebbe contemporaneamente messo in discussione il patto di salvaguardia dei posti di lavoro fino al 2029 siglato con i sindacati, che si opporranno con forza al progetto. (QUOTIDIANO NAZIONALE)