Dietro la sconfitta di Kamala Harris c’è la guerra, non il machismo
Nelle riflessioni sulla sconfitta di Kamala Harris si è parlato molto di machismo. Tuttavia, il problema non è che Kamala fosse una donna, come nel 2016 la sconfitta di Hillary non fu causata dal fatto che l’America non è pronta per un presidente di sesso femminile. No, il problema è che gli americani amano la bandiera ma non le guerre, mettono le spillette patriottiche al bavero della giacca ma diffidano dei guerrafondai, piangono agli alzabandiera ma detestano chi manda i loro ragazzi a morire Oltreoceano. (il manifesto)
Se ne è parlato anche su altre testate
Come lucidamente sostenuto da Bernie Sanders, uno dei pochi leader democratici statunitensi che possano essere definiti di sinistra e che ovviamente non ha nulla in comune con la palude filosistema di Biden, Harris, Clinton e compagnia penosa, la vittoria di Donald Trump è dovuta soprattutto al fatto che il partito democratico ha abbandonato al suo destino la classe lavoratrice, in uno Stato che, come e più di altri ha visto moltiplicarsi i casi di povertà dovuti al funzionamento incontrastato del sistema capitalistico. (Il Fatto Quotidiano)
Un filo rosso porta dall'esclusione di Sanders alla sconfitta di oggi, dagli errori di Hillary Clinton alla strategia perdente di Kamala Harris (Jacobin Italia)
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I democratici tentano di rimettere insieme i cocci dopo la batosta elettorale di Kamala Harris, che non solo ha perso la Casa Bianca, ma anche il voto popolare (per svariati milioni di consensi, e non succedeva dal 2004), e il Congresso potrebbe essere controllato completamente dai repubblicani se manterranno come sembra anche la maggioranza alla Camera dopo aver riconquistato il Senato. (il Giornale)
ROMA – Il messaggio di Bernie Sanders è arrivato sui telefoni dei dirigenti democratici pochi minuti prima che ieri pomeriggio Kamala Harris tenesse il suo discorso alla Howard University. Rieletto, il senatore accusa l''elite' del partito per la vittoria di Trump (Dire)
«Dovremmo fare un passo indietro e dirci: “Ehi, forse ci siamo concentrati non necessariamente sulle questioni che interessano alla gente ma su quelle che pensiamo debbano interessare alla gente», dice a Open Brian Brokaw, ex campaign manager di Kamala Harris (Open)