Il caso Sinner tra ignoranti e finti eroi
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Un paio di riflessioni ancora sul caso del giorno, anzi dell’anno. Dunque, non era patriottico affermare, fin dall’agosto scorso, che “Sinner non aveva intenzione di barare e che la sua esposizione al Clostebol non ha fornito alcun beneficio in termini di prestazioni, avvenendo a sua insaputa a causa della negligenza di alcuni membri del suo entourage”. Lo dice oggi la Wada stessa ed era soltanto la verità, lampante per chi avesse letto la sentenza del primo “tribunale”. (La Gazzetta dello Sport)
Su altri giornali
Un incontro davvero inaspettato ha sorpreso il medico recanatese Amedeo Giorgetti durante la sua vacanza a Sesto, in Trentino, una località rinomata per la sua bellezza paesaggistica, incastonata tra le famose 3 Cime di Lavaredo. (Radio Erre)
Questa la sospensione concordata tra la Wada e il numero uno al mondo del tennis. L'altotesino salterà dunque quattro Master 1000, ovvero Indian Wells e Miami sul cemento outdoor e Monte Carlo e Madrid sulla terra rossa oltre a due Atp 500, quelli di Doha e di Monaco di Baviera. (ilmessaggero.it)
Sinner e i suoi avvocati hanno deciso di accettare per non andare oltre con un caso che aveva finito per logorare soprattutto mentalmente il tennista tricolore. L’accordo tra i legali del n.1 del mondo e la WADA, sull’arcinota vicenda “Clostebol”, è andato a stravolgere il programma di impegni dell’altoatesino. (OA Sport)
A fronte della positività dello scorso marzo, in primo grado, Sinner riuscì a dimostrarne l’origine (contaminazione transdermica inconsapevole provocata da uno dei suoi fisioterapisti per un massaggio ricevuto) e a dimostrare che non sapeva o non sospettava di essere occorso in una violazione. (Italia Oggi)
La Federtennis sta preparando un’accoglienza da sogno per Jannik Sinner al Foro Italico, in occasione degli Internazionali di Roma, il primo torneo che il numero del ranking ATP affronterà al termine della squalifica. (inItalia)
Jannik Sinner è un animale da competizione, un agonista feroce che si esalta nella battaglia e trova nella partita la sublimazione perfetta dei sacrifici fatti in allenamento. (La Gazzetta dello Sport)