Cinque possibili centri (Ruffini e Sala dopo Renzi, Calenda e Marattin)
Le strade del centro sono sempre affollate ma in queste feste natalizie di più. Due nomi nuovi si sono infatti aggiunti alla lunga lista di aspiranti a questo spazio elettorale che è un po’ diventata l'araba fenice della politica italiana. Che ci sia ognun lo dice ma dove sia nessuno lo sa Ernesto Ruffini ha annunciato al Corriere che si dimette dal suo incarico, peraltro svolto molto bene, di direttore dell'Agenzia delle Entrate per potersi riprendere la libertà di occuparsi del bene comune. (Corriere TV)
Su altri giornali
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi (come al solito) è pungente. Il sindaco Beppe Sala su Repubblica si inserisce nel toto leader o «federatore» del centro che dir si voglia - occupato nei giorni scorsi dal direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini - e Renzi prima fa presente «con tutto quello che sta accadendo nel mondo, noi discutiamo di Giuseppe Conte e Sala. (il Giornale)
E ce n’è anche per Ernesto Maria Ruffini, appena dimessosi da direttore dell’Agenzia delle Entrate e da molti accreditato per lo stesso ruolo, anche se lui nega. – "Sala tutto può fare, meno che il federatore". (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Perfetto interprete, sembrò a qualcuno, delle esigenze di quell’elettorato che non si sentiva rappresentato dai vecchi e nuovi populisti arrembanti: Renzi, Berlusconi, Salvini e Grillo. (il manifesto)
Questo è lo scoglio intorno al quale ruota e si infrange la ridda di candidature ad aggregare quella gamba di centro del centrosinistra considerata fondamentale dagli ulivisti doc come Romano Prodi, ma che al tempo stesso cozza con la vocazione maggioritaria del Pd fondato da quegli stessi ulivisti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Si pensa che quel 40% di elettori che da tempo non vota possa essere convinto da un centro credibile. Ma il sistema Italia sembra piuttosto piegarsi verso un bipolarismo forse naturale. (Sky Tg24 )
La necessità di aggregare le forze moderate arriva da più parti. E chi guarda con favore alla nascita di un partito di ispirazione cattolica, che si posizioni stabilmente in coalizione accanto ai dem. (Il Sole 24 ORE)