Carenza di lavoratori specializzati, quali sono i ruoli professionali più difficili da trovare in Italia

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il Giornale ECONOMIA

Per quanto in assoluto si parli spesso e volentieri dell'elevato tasso di disoccupazione nel nostro Paese, un altro dato inizia a creare preoccupazione tra le aziende e le imprese: in Italia si lamenta infatti anche la mancanza di figure professionali altamente specializzate, richieste in settori trainanti e "tradizionali" come ad esempio quello tessile o farmaceutico. Questa carenza è rilevabile anche nei campi relativamente più "giovani", dato che sono sempre più ricercati ma difficili da reperire lavoratori nei settori del management aziendale, dell'analisi dei dati e del web marketing (il Giornale)

Se ne è parlato anche su altri media

Secondo un recente studio del Centro Studi di Confindustria, il 69,8% delle aziende ha difficoltà a trovare lavoratori con le competenze necessarie. La ricerca di personale qualificato è una sfida cruciale per le imprese italiane. (Milano Finanza)

Soprattutto a seguito della ripresa post-Covid e del rapido aumento della domanda di lavoro a partire dal 2022, l’attenzione mediatica è stata attratta dalla carenza di personale (il cosiddetto labour shortage), prospettata come un problema di estrema rilevanza per le imprese italiane. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Per giustificare i dati sempre molto elevati che riguardano la disoccupazione sul nostro territorio nazionale, analisti e commentatori amano ripetere che in Italia non c’è lavoro. (QuiFinanza)

ROMA – Il 70 per cento delle imprese associate a Confindustria in cerca di personale non riesce a trovare le competenze richiesta. Un’indagine realizzata da Giovanna Labartino, Francesca Mazzolari e Giovanni Morleo, che fornisce informazioni per il 2023 e inizio 2024 su struttura dell’occupazione e politiche aziendali di gestione del lavoro nelle aziende associate. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

L’indagine, effettuata tra febbraio e aprile 2024, fornisce informazioni sull’annualità 2023 e l’inizio dell’anno in corso e analizza la struttura dell’occupazione e le politiche aziendali di gestione del lavoro nelle aziende. (Corriere Peligno)

A rendere più incoraggiante lo scenario contribuiscono l’incremento degli occupati dell’industria (+1,9%, più consistente di quello dei lavoratori dei servizi, limitato allo 0,5%) e di quelli a tempo indeterminato (+1,7%). (ROMA on line)