Sappe contro le stanze dell’amore in carcere: «non ci siamo arruolati per diventare ‘guardoni di Stato’»

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Advertisement ROMA – “Non possiamo tollerare che la dignità professionale dei poliziotti penitenziari venga svilita fino al punto da renderli, di fatto, custodi dell’intimità altrui-afferma in una nota inviata ai vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – Noi non ci siamo arruolati per diventare ‘guardoni di Stato’, né accetteremo che tale ruolo improprio venga normalizzato per l’assenza di un progetto credibile, serio e sostenibile. (quicosenza)

Ne parlano anche altri giornali

BRESCIA – Due ore di tempo, biancheria e lenzuola a carico del partner che deve portarle da casa, pulizie e sanificazione post colloquio, mentre i locali individuati dai provveditori dovranno essere dotati di una camera arredata con un letto e con annessi servizi igienici. (Il Giorno)

Un incontro privato di due ore tra un detenuto sessantenne di origini campane e la sua compagna, senza il controllo della polizia penitenziaria. Come annunciato, l'istituto di Sabbione ha messo in pratica prima degli altri le nuove linee guida del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in materia. (RaiNews)

Si svolgerà subito il primo incontro, autorizzato dal giudice di sorveglianza di Spoleto. Sono appena 32, almeno per ora, gli istituti di pena in Italia che potranno allestire, vista la necessità di spazi idonei, la stanza dell'affettività. (La Stampa)

Caforio: “Ora servono risorse per estendere il diritto” (Umbriajournal)

Il "colloquio intimo", lontano dal controllo degli agenti di custodia, concesso a un soggetto che aveva rivendicato questo diritto con un reclamo presentato il 30 gennaio 2024. A dare la notizia il magistrato di sorveglianza di Spoleto, Fabio Gianfilippi (Il Fatto Quotidiano)

Un letto matrimoniale, un bagno, un televisore, due sedie e un tavolino. E sulle pareti un murales di cuori, cigni e una scritta: “Ti amo”. Immaginatela così la prima stanza dell’affettività allestita in un carcere italiano. (la Repubblica)