Israele – Hezbollah, scontro calcolato?
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Dopo giorni di attesa e proclami, l’attacco sferrato da Hezbollah nel nord di Israele non sembra aver innescato la temuta escalation tra lo Stato ebraico e il gruppo paramilitare libanese. Nella notte tra sabato e domenica il gruppo sciita ha lanciato 320 tra missili e droni contro il territorio israeliano in rappresaglia per l’assassinio di Fuad Shoukr numero due di Hezbollah ucciso a Beirut in un attacco mirato il 30 luglio scorso. (ISPI)
La notizia riportata su altri media
Da quasi un anno, in parallelo al conflitto a Gaza, va avanti infatti uno scontro a intensità variabile tra l'esercito israeliano e Hezbollah, movimento armato libanese sostenuto dall'Iran, che ha già causato decine di morti e l'evacuazione di miglaia di persone verso Tel Aviv e il centro di Israele (Euronews Italiano)
Questa massiccia azione, che è stata ufficialmente definita da Tel Aviv un “attacco preventivo”, ha ricevuto l'ammirato plauso di gran parte dei media occidentali, che l'hanno osannata come una magistrale operazione di Intelligence, che avrebbe consentito di vanificare il presunto piano di Hezbollah, di attaccare Israele con lanci di razzi e droni. (TargatoCn.it)
Nel Libano filo-iraniano, una milizia sceltissima di Hezbollah si prepara a sferrare l’attacco al territorio ebraico. È composta da soldati d’élite, super addestrati e con armi modernissime, pronti a imboccare tunnel molto più vasti di quelli visti a Gaza per sbucare alle spalle delle difese nemiche. (Panorama)
Vera o meno che si riveli questa profezia, certo è che-da un punto di vista militare- l'operazione di Israele ha risposto a un esigenza tecnica: attaccare prima che le raffiche di razzi dal Libano ubriacassero Iron Dome. (il Giornale)
Dopo quasi un mese dall’assassinio di colui che è stato descritto come il comandante dello Stato Maggiore di Hezbollah, Sayyid Fouad Shukr (Mohsen), e dopo il continuo scambio di bombardamenti tra Israele e Hezbollah, avvenuto quotidianamente, Hezbollah ha intrapreso un’operazione militare considerata la prima fase della risposta all’assassinio del suo comandante militare. (Contropiano)
Aver aspettato quasi un mese, spiega Nasrallah, è stata la prova che «il nostro obiettivo è la fine dell’aggressione su Gaza e quindi abbiamo dato più di un’opportunità (a una tregua, ndr), ma dopo tutto questo tempo è chiaro che Netanyahu sta inserendo nuove condizioni e che gli americani stanno lavorando al suo fianco. (il manifesto)