La Fiorentina trema ma vola in semifinale: Kean e De Gea salvano il passaggio
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Non era nella notte del Franchi la Fiorentina che avrebbe potuto convincere di poter vincere la Conference League, eppure, tra sbavature e ripensamenti, il traguardo della semifinale è stato centrato. Un 2-2 sofferto contro il Celje, squadra slovenia che ha dimostrato più coraggio che qualità, ha permesso ai viola di approdare al confronto con il Real Betis, ma lasciando sul campo troppi interrogativi.
Se il vantaggio iniziale firmato da Mandragora – autore di un destro preciso dopo un’azione costruita con pazienza – aveva illuso di poter chiudere presto i giochi, il secondo tempo ha ribaltato le prospettive. I padroni di casa, complice una difesa poco concentrata, hanno subito la doppia beffa: prima il contropiede di Matko, che ha bruciato la retroguardia con un’accelerazione secca, poi il colpo di testa di Nemanic su corner, gol che ha momentaneamente ipotecato il sorpasso nelle quotazioni complessive.
A quel punto, mentre il pubblico serrava i denti, è arrivata la reazione. Palladino ha spinto la squadra in avanti, cercando di riprendere il controllo di un centrocampo fin troppo permissivo, e la risposta è arrivata da Moise Kean: il suo destro al 74’, seppure oggetto di un controllo Var per un presetto fuorigioco mai confermato, ha riportato equilibrio. Non è mancata la tensione finale, con l’episodio tra Riera e lo stesso allenatore viola, ma il risultato, alla fine, ha premiato chi aveva un margine di superiorità tecnica, seppure espresso a singhiozzo.
Tra i pochi a uscire indenni dalla partita, David De Gea: il portiere, con almeno due interventi decisivi, ha evitato che la serata si trasformasse in un incubo. Diverso il discorso per la squadra nel suo complesso, che fatica a trovare continuità e sicurezza, soprattutto in fase difensiva. L’idea di puntare su Müller, poi, divide: c’è chi lo vede come un possibile moltiplicatore di gioco e chi, invece, lo considera un rischio non necessario.