Aleppo sotto attacco, la crisi siriana si intensifica

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ESTERI

Mentre in Libano il cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah vacilla, in Siria si è riacceso lo scontro militare. Secondo analisti israeliani, l'attacco delle forze jihadiste filo-turche ad Aleppo è legato ai ripetuti raid dell'aeronautica di Tel Aviv contro le milizie sciite e le guardie rivoluzionarie iraniane operanti sul territorio siriano. Questi raid avrebbero creato un contesto favorevole per i radicali sunniti, permettendo loro di sottrarsi alla pressione delle forze governative e riorganizzarsi.

La situazione in Siria, già critica, è ulteriormente peggiorata. Decine di migliaia di civili stanno fuggendo da Aleppo verso sud-ovest, lungo le direttrici che portano a Salamiya e Latakia. I ribelli jihadisti sunniti filo-turchi di Hayat Tahrir al-Sham, dopo mesi di preparazione e accumulo di armi, hanno colto il momento propizio per l'attacco, approfittando delle difficoltà dei principali alleati del regime – Iran, Hezbollah e Russia – quest'ultima impegnata su altri fronti, come quello ucraino.

L'attacco, presentato come una risposta all'aggressione dei lealisti, ha portato i ribelli a prendere possesso di Aleppo, una metropoli nel nord della Siria, a lungo contesa nella guerra civile scoppiata nel 2011 e dal 2016 sotto il controllo del regime di Bashar al-Assad. Hayat Tahrir al-Sham e le fazioni alleate controllano ora la maggior parte della città, inclusi i centri governativi e le prigioni, e hanno imposto un coprifuoco di 24 ore.

La telefonata tra Russia e Turchia ha evidenziato la preoccupazione per lo sviluppo pericoloso della situazione.