Acca Larentia, un contestatore grida durante la visita FdI: "Viva la Costituzione, viva la resistenza"

A cura di Valerio Renzi 6 Un ragazzo si è avvicinato alla sede di Acca Larentia durante la visita e la deposizione di fiori da parte di una delegazione di Fratelli d'Italia, e ha urlato: "Viva la Costituzione, viva la Resitenza!". Poi si è immediatamente allontanato. Inseguito dalle forze dell'ordine, è stato identificato. Erano presenti tra gli altri il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e i deputati Federico Mollicone e Andrea De Priamo (Fanpage.it)

La notizia riportata su altri giornali

“Invece che arrestare i manifestanti per apologia di fascismo identificano chi si appella la Costituzione. Il contestatore è stato poi identificato dalle forze dell’ordine. (Il Fatto Quotidiano)

Circa un migliaio di militanti di estrema destra si sono radunati di fronte alla ex-sede del MSI dove persero la vita, il 7 gennaio, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. (Tiscali Notizie)

Tutti in attesa spasmodica della commemorazione della strage di 47 anni fa nella quale vennero lasciati sul selciato senza vita tre giovanissimi militanti del Fronte della Gioventù: Francesco Ciavatta, Franco Bigonzetti e Stefano Recchioni. (Secolo d'Italia)

Acca Larenzia, riappare la targa abusiva per Recchioni. L'assessore Bugarini: "Stop al tira e molla"

“Viva la rivoluzione italiana, viva la resistenza. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

L’assessore comunale Giulio Bugarini, sul posto per ricordare le tre vittime, richiama alla necessità di evitare tira e molla tra fazioni politiche. Nel giorno della commemorazione della tragedia di Acca Larenzia, riappare in via Evandro a Roma la targa in ricordo di Stefano Recchioni che ha suscitato polemiche e che era stata rimossa dal Campidoglio. (Corriere TV)

Sul posto, per le celebrazioni mattutine, esponenti di Fratelli d’Italia tra i quali Federico Mollicone e Fabio Rampelli. Nel giorno della commemorazione della tragedia di Acca Larenzia, riappare in Via Evandro la targa in ricordo di Stefano Recchioni che ha suscitato polemiche. (Repubblica Roma)