Caso Sangiuliano, “effetto valanga” nel settore cine-audiovisivo?

Le dimissioni di Gennaro Sangiuliano e la nomina velocissima del suo successore nella persona di Alessandro Giuli (da quasi due anni alla guida del Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo – di Roma, e nominato giustappunto da Sangiuliano), nell’arco di poche ore nel frenetico pomeriggio di venerdì 6 settembre 2024, stanno determinando il rischio di un “effetto domino” dalle imprevedibili conseguenze, anche perché si stanno associando dinamiche indipendenti tra loro, con il rischio di una vera e propria valanga, nell’assetto e nelle politiche del Ministero della Cultura in generale e specificamente nel settore cine-audiovisivo… La chiusura della edizione n° 81 del Festival di Venezia, nella sera di ieri domenica 8 settembre (con un solo film italiano emergente, “Vermiglio” di Maura Delpero, che ha vinto il “Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria”), è stata caratterizzata da una presa di posizione critica di Nanni Moretti contro la riforma della “Legge Franceschini”, e questa mattina anche il suo collega Gabriele Muccino ha sparato ancor più a zero… Nella tarda mattinata di oggi, il Movimento 5 Stelle, nella persona del deputato Gaetano Amato (membro della Commissione Cultura della Camera) ha chiesto non le dimissioni bensì la revoca della delega che il Ministro Gennaro Sangiuliano aveva assegnato a suo tempo alla Sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni (Key4biz.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

«È stato fastidioso che negli ultimi tempi in taluni casi il ministro abbia fatto fatica a comprendere il valore industriale che questo settore rappresenta, oltre a quella culturale. Noi non siamo una cont… (la Repubblica)

Il meccanismo, in verità immaginato dalla legge del 2016 dell’allora ministro Franceschini, è finito prima nell’occhio del ciclone di una destra famelica per eventuali favoritismi ad opere di scarsa consistenza, per poi essere rivisto con una correzione di stile neoliberista. (il manifesto)

Dovete infatti sapere che i cineasti, quelli che producono film, possono essere divisi in due categorie: quelli alla Tarantino che se ne fottono e quelli invece che campano grazie al tax credit italiano. (Nicola Porro)

I fondi pubblici e quel cinema italiano che nessuno va a vedere

Getting your Trinity Audio player ready... Il regista di "A casa tutti bene" si scaglia contro l'ex ministro che avrebbe messo in ginocchio l'intero settore per "una visione insensata e miope" (Dire)

E che magari, con il tempo, sono stati riconosciuti come capolavori. Ci sono film meravigliosi che sono stati visti pochissimo, al cinema. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Mi scusino i lettori l’incipit, ma questo mi è venuto in mente nell’ approfondire la notizia, poco data, circa il mugugno del cinema italiano alla Mostra di Venezia per il taglio dei fondi pubblici operato dal Ministero della Cultura del Governo Meloni. (la VOCE del TRENTINO)