Bezos, una scelta di principio: Harris non funziona e perde anche il suo elettorato

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Il Riformista ESTERI

Una “scelta principio” di più una scelta “giusta”, così Jeff Bezos alla fine prende carta e penna, o forse pennino e tablet, per siglare un editoriale chiarificatore dopo le polemiche che hanno attraversato come un uragano il mondo liberal americano. Per i democratici è inconcepibile che il The Washington Post, il giornale liberal per eccellenza, la testata che ha scatenato il Watergate, possa per la prima volta dopo ben trentasei anni non esprimere un endorsement per il candidato dem. (Il Riformista)

Se ne è parlato anche su altri media

Il motto che dal 2017 (“Democracy dies in darkness”) accompagna la testata del Washington Post è una sorta di memento mori che non riguarda solo la stampa libera, bensì quale idea di società vogliamo mettere in pratica. (Esquire Italia)

Di Domenico Maceri – (Notizie Geopolitiche)

Ma Jeff Bezos, mister Amazon, il secondo uomo più ricco del pianeta (dopo Elon Musk) con un patrimonio personale stimato in circa 205 miliardi di dollari, in qualche modo sta pagando la sua scelta di essere pavido. (il Giornale)

Ba… Bezos lo ha fatto con un intervento pubblicato sul sito del Post, in cui ha spiegato la scelta con la volontà di riportare credibilità e contrastare le visioni di parte. (la Repubblica)

Dottore di ricerca, è professore emerito presso l’Allan Hancock College di Santa Maria, in California. Alcuni dei suoi articoli hanno ricevuto premi dalla National Association of Hispanic Publications. (Ultima Voce)

Né con Kamala Harris né con Donald Trump: il Washington Post aveva annunciato a 10 giorni dalle elezioni che non appoggerà nessuno dei due aspiranti presidenti, rompendo così con una tradizionale cinquantennale di supporto ai democratici. (RaiNews)