Signorini resta in carcere. Potrà ottenere i domiciliari quando i familiari conviventi dichiareranno che lo manterranno a casa loro

L’ex presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale, unico in carcere tra gli indagati nel procedimento per corruzione e finanziamento illecito ai partiti, infatti, è disoccupato e privo di mezzi di sostentamento perché è stato recentemente licenziato “per giusta causa” da Iren. Il Tribunale del Riesame ha bocciato le due sistemazioni proposte dai legali dell’ormai ex manager Ora i suoi avvocati, Enrico e Mario Scopesi, dovranno trovare una soluzione abitativa idonea e che non preveda contatti con estranei al nucleo familiare. (GenovaQuotidiana)

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L'ex presidente del porto di Genova e di Savona ed ex amministratore delegato di Iren, Paolo Emilio Signorini, resta in carcere. Il tribunale del Riesame ha rigettato l'istanza presentata dagli avvocati perché le soluzioni individuate per i domiciliari - un'abitazione a Genova messa a disposizione da una parente oppure ad Aosta dal fratello - non sono apparse ai giudici sufficientemente tranquillizzanti circa il rischio di inquinamento probatorio. (Corriere della Sera)

Il Tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'autorità portuale di Genova e Savona ed ex Ad di... (Virgilio)

Dopo quasi due mesi di carcere può andare ai domiciliari, ma a patto che il suo domicilio sia blindato e che garantisca il rispetto dell'isolamento in modo che non possa reiterare i reati o inquinare le prove, in tal caso è evidente che alla prima irregolarità per lui si riaprirebbero le porte del carcere. (Primocanale)

Se ti dimetti, ti libero: l'ex braccio destro di Toti e la “lezione” della gip

Non ha una sua casa e “descritto come soggetto privo di mezzi di sussistenza, si troverebbe a vivere da solo in quanto nessuno dei congiunti indicati dalla difesa si è offerto di accoglierlo nella propria abitazione”. (La Repubblica)

Paolo Emilio Signorini resta in carcere. A oramai due mesi dagli arresti a seguito dell'inchiesta della procura di Genova che ha riguardato anche Giovanni Toti (per quest'ultimo erano stati disposti i domiciliari), per l'ex presidente dell'Autorità Portuale la soluzione di trasferirlo in un ambiente domestico non sembra idonea, a garantire che - in una casa del capoluogo ligure - non ci sia pericolo di inquinamento probatorio. (il Giornale)

Potrebbe, ed è paradossale, qualora trovasse qualcuno disposto a ospitarlo, possibilmente lontano da Genova. A quanto pare i giudici del Tribunale del Riesame Massimo Cusatti, Marina Orsini e Marco Canepa non ritengono adeguate, per la detenzione domiciliare, le destinazioni proposte finora dai suoi legali. (Il Dubbio)