Zelensky, i migranti e l’anti woke: lo show di Trump nel discorso più teso e più lungo della storia

La guerra in Ucraina ha fatto la sua comparsa, nel discorso tenuto ieri sera dal presidente Trump al Congresso, dopo circa un’ora e mezza di parole, confermando però quello che era stato anticipato nel pomeriggio dall’agenzia Reuters. Ossia che il leader ucraino Zelensky si è piegato alle pressioni del capo della Casa Bianca, mandandogli una lettera in cui si dice pronto a discutere … (la Repubblica)
La notizia riportata su altre testate
Come sta vivendo Mosca le giornate convulse che stanno scrivendo un nuovo assetto intorno alla guerra in Ucraina? Soprattutto, Vladimir Putin ha intenzione di assecondare la perentoria richiesta di Donald Trump di fermare il conflitto? I fronti aperti sono il campo di battaglia, dove la Russia continua ad attaccare per capitalizzare più terreno possibile; la nuova partita con l’Europa, con la propaganda di regime che alza il tiro delle minacce dopo il Consiglio Ue che ha approvato il piano per il riarmo proposto da Ursula Von der Leyen; proprio il rapporto con gli Stati Uniti, una nebulosa che le parole quotidiane di Donald Trump non aiutano a diradare. (Adnkronos)
«Il piano di pace sarà presto pronto con gli europei uniti intorno all’Ucraina e la leadership degli Stati Uniti per mettere fine alla guerra una volta per tutte». Lo ha assicurato Volodymyr Zelensky dopo i colloqui con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier sloveno Robert Golob. (Avvenire)
Nella attuale complicata fase dei negoziati diplomatici e militari che potrebbero portare ad una tregua sul fronte russo – ucraino, fanno capolino numerose questioni legate all’intelligence di Kiev. Particolarmente entusiasmante, per gli addetti ai lavori è la storia di Roman Chervinsky, 007 ucraino al quale il prestigioso settimanale americano The New Yorker ha dedicato recentemente un’inchiesta. (Il Giornale d'Italia)
Soldati ucraini della brigata d'assalto Bureviy (Uragano) in pausa prima di tornare in combattimento - ANSA (Avvenire)
Bruxelles – “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Come nel celebre adagio di Agatha Christie, non c’è più spazio per nutrire ancora dubbi circa la scelta di campo, in apparenza definitiva e certo inequivocabile, compiuta dall’amministrazione statunitense sulla guerra in Ucraina (EuNews)
LO SCENARIO/1 Non era una lettera, ma un post sui social. Ma la sostanza non cambia: la presa di posizione di Volodymyr Zelensky che, dopo lo storico litigio nello Studio Ovale, ha riconosciuto la leadership di Donald Trump dicendosi disponibile all’accordo, ha riavvicinato Washington a Kiev. (ilmessaggero.it)