Sinner: "È stato un anno di successi ma anche molto difficile", e Djokovic lo incorona: "Mi ricorda me"

Sinner: "È stato un anno di successi ma anche molto difficile", e Djokovic lo incorona: "Mi ricorda me" L'altoatesino: "Cerco di dare sempre tutto, il successo non mi cambierà" "Ci sono ancora un paio di tornei da giocare, ma ho avuto tanti successi in quest'anno che è stato anche molto difficile per altre circostanze. Ho perso un po' il sorriso, non è mai facile giocare nella situazione in cui mi trovo, ma ho cercato di godermela il più possibile". (Diretta)

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ROMA. Con la certezza di chiudere l'anno da n.1, Jannik Sinner continua a dominare la classifica mondiale. Dopo l'ennesimo successo stagionale, con la vittoria del Masters di Shanghai dove ha battuto in finale Novak Djokovic, il tennista azzurro resta saldo in testa davanti allo spagnolo Carlos Alcaraz e al tedesco Alexander Zverev nel ranking pubblicato dall'Atp. (l'Adige)

Ciò, naturalmente, si riflette nella classifica mondiale. (OA Sport)

Il montepremi raccolto da gennaio a oggi sfiora gli 11 milioni di euro, su un totale di 25.614.000 finora ottenuti in carriera, considerando anche le partite di doppio. Nuovo successo su Novak Djokovic, altro Masters 1000 in bacheca, numero 1 blindato fino alla fine dell’anno. (Corriere della Sera)

Djokovic: «Sinner ricorda me, è impressionante». Jannik: «Ho perso un po’ il sorriso»

Le prime pagine dei quotidiani sportivi in edicola oggi, lunedì 14 ottobre, si concentrano sulla Nations League, le ultime voci di mercato e gli altri sport, in particolare tennis, con il trionfo di Sinner a Shanghai. (GianlucaDiMarzio.com)

Il risultato del Masters 1000 cinese completa l'ormai consolidata superiorità di Jannik sull'ex n° 1. Lo ha battuto quattro volte nelle ultime 5 occasioni: il tabù Djokovic, che era rimasto l'ultimo top ten mai superato dall'altoatesino, è stato sfatato per la prima volta lo scorso novembre. (Sky Sport)

«Jannik Sinner mi ricorda me. Gioca un tennis ad alto ritmo, cerca di togliere tempo, di soffocare in un certo senso l'avversario. È quello che ho fatto per tanti anni, far sentire il rivale sempre sotto pressione per i tuoi colpi, la tua velocità, la tua presenza in campo. (L'Unione Sarda.it)