Cosa ha deciso Eurostat sul Superbonus, come cambiano i crediti di imposta e cosa vuol dire per il governo

Con il parere definitivo sul Superbonus 110%, Eurostat ha dato una mano al governo Meloni: tutte le spese per i crediti di imposta registrati fino a fine 2023 vanno tenute nei bilanci degli scorsi anni. Così, non avranno effetto su quelli futuri. Le spese dal 2024 in poi potranno invece essere smaltite in modo graduale nei successivi anni. (Fanpage.it)

La notizia riportata su altri giornali

La recente riforma del Superbonus, convertita in legge a maggio, ha introdotto importanti novità nella gestione dei crediti d’imposta, con impatti significativi sui conti pubblici italiani. Eurostat ha infatti espresso il suo parere sulla contabilizzazione dei crediti del Superbonus, definendo nuove modalità che influenzeranno il deficit statale negli anni a venire. (Edilizia.com)

La nuova classificazione del Superbonus come “non pagabile” Il Superbonus, un’agevolazione fiscale introdotta dal governo italiano per incentivare i lavori di efficientamento energetico e miglioramento sismico degli edifici, ha subito significative modifiche con la riforma del 2024. (Immobiliare.it)

Tutto merito della stretta sugli sconti per le ristrutturazioni nell’edilizia fortemente voluta dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Nel 2025 il peso del "superbonus" sui conti pubblici sarà sensibilmente inferiore a quello del 2024, che aveva fatto schizzare il deficit ad oltre il 7% (il più alto fra i paesi dell’eurozona) e spinto Bruxelles ad aprire una procedura di infrazione contro l’Italia. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Come cambia il Superbonus nel 2025: tutte le ultime notizie

Lo si legge nel parere inviato all’Istat sulla contabilizzazione dei crediti. Confermata invece la classificazione come “credito di imposta dovuto” per il Superbonus attivato negli anni 2020-2023. (Il Sole 24 ORE)

Una conseguenza involontaria del credito d'imposta legato alla pandemia ha portato ancora una volta il rapporto debito/pil italiano su una traiettoria ascendente. Tutto ciò avviene in un contesto in cui si accentuano le preoccupazioni degli investitori per la sostenibilità fiscale, come dimostrano la debacle del mini-budget nel Regno Unito del 2022 e le elezioni anticipate in Francia, a cui seguirà una convergenza di eventi in autunno che potrebbe mettere alla prova l'appetito del mercato per il debito sovrano italiano. (Milano Finanza)

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