Hiv, il 63% si sente a rischio nullo ma ogni anno 2.000 nuove diagnosi
Ogni diagnosi tardiva è una vita in bilico. Ogni giovane che scopre troppo tardi di essere sieropositivo è una battaglia persa contro l’Hiv che oggi è possibile vincere. Questo è il messaggio allarmante che emerge dai nuovi dati del Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss): nel 2023, le nuove diagnosi di Hiv in Italia sono aumentate, raggiungendo quasi i livelli pre-pandemia. Un segnale chiaro che la lotta contro il virus è tutt'altro che conclusa. (la Repubblica)
La notizia riportata su altri giornali
Per questo è cruciale intensificare l'informazioe, la prevenzione e lo screening, come evidenzia Andrea Gori, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano e presidente di Anlaids Lombardia Ets che in occasione del worlds Aids day offre test gratuiti presso la sede milanese. (MilanoToday.it)
Ad accendere i riflettori sulle disparità di genere, sia per la diagnosi che per il trattamento dell’HIV, in occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS, che dal 1988 è celebrata in tutto il mondo il 1° dicembre di ogni anno, è la Presidente della FNOPO, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica, Silvia Vaccari. (Quotidiano Sanità)
Alla vigilia del 2025 c’è ancora chi pensa che si possa contrarre l’HIV respirando la stessa aria di una persona infetta: ne è convita il 5,2% della popolazione. HIV, è ancora emergenza: “Scarsa informazione, pochi test e tanto stigma” (Quotidiano Sanità)
Il Gremio dei Fabbri festeggia nel fine settimane la propria Festa grande in onore del patrono Sant’Eligio, santo francese morto nel 660 e al quale è dedicata la cappella nel duomo di San Nicola dal 1515. (SARdies.it)
Le infezioni da Hiv sono il riflesso di troppe variabili, sociali, politiche ed economiche, perché il loro andamento nei diversi paesi segua un’unica direzione. Anche all’interno degli stessi paesi si osservano inversioni di rotta, in trend che tenevano da tempo. (WIRED Italia)
Necessaria dunque una maggior sensibilizzazione sulle norme di prevenzione e di accesso al test e non solo tra i giovani, visto che l’aumento più significativo dopo il 2020 è stato registrato nella fascia d’età 40-49 anni e nella trasmissione eterosessuale. (Sanità24)