Migranti, riparte il progetto Albania: da lunedì torna in mare la nave Libra
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Riparte l'operazione Albania: dopo l'istituzione per decreto dei Paesi sicuri, i centri di Shengjin e Gjadër sono pronti a riaprire le loro porte ai migranti provenienti da una di quelle zone per procedere con le operazioni di asilo accelerate, in ottemperanza allo scopo del progetto. Da lunedì, infatti, la nave Libra della Marina Militare tornerà al largo delle coste dell'isola di Lampedusa, in acque internazionali, per recuperare eventuali migranti idonei a poter essere portati nel Paese balcanico. (il Giornale)
La notizia riportata su altri giornali
Il 16 ottobre l’imbarcazione era attraccata in Albania con i primi 16 migranti: quattro erano stati subito riportati in Italia perché minori o vulnerabili. (B-Lab Live!)
Le persone che necessitano di accoglienza, perché fuggono da guerre, torture e fame – spesso più eufemisticamente definiti “migranti economici” – ormai arrivano a bordo delle navi delle organizzazioni umanitarie. (Avanti Online)
Ora che le acque si sono calmate e, come sempre capita, si è passati a parlare di altri argomenti, conviene ritornare a riflettere sul significato, la portata e le conseguenze della ben nota decisione di utilizzare l’Albania come sede temporanea per giudicare se un immigrato, giunto in Italia senza sufficiente documentazione, abbia o meno il diritto di essere accolto o debba essere invece rinviato nel paese da cui proviene. (ilmessaggero.it)
Ma il rischio è che la CgUe annulli il decreto paesi sicuri. I costi dell'operazione e le questioni giuridiche (Open)
A impensierire Giorgia Meloni non è soltanto la giustizia, che ha già reso impervia la strada della famigerata esternalizzazione della gestione dei migranti. “Se andremo al governo, non applicheremo il patto sui migranti Italia-Albania”. (Il Fatto Quotidiano)
A proposito della controversia sugl'immigranti (L'Opinione delle Libertà)