No, quella del ministro della Cultura Giuli non è una "supercazzola"
Maria Rosaria Boccia, contribuendo alle dimissioni dell'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e alla successione di Alessandro Giuli al dicastero, involontariamente potrebbe aver messo l'opposizione di fronte a un avversario che non si aspettava. Enigmatico. Complesso. Da non prendere sottogamba. Nonostante la poca carità con cui è stato accolto. “Comincio a leggere una parte un po' più teoretica”: ha avvertito così i parlamentari arrivati a Montecitorio per ascoltarlo, il neoministro Alessandro Giuli, in procinto di illustrare le sue linee programmatiche, mercoledì 9 ottobre. (WIRED Italia)
La notizia riportata su altri media
Per esempio ha mostrato rispetto umano e culturale per Saviano, riconoscendone il valore, il coraggio e la vita d’inferno. E però questo ministro Giuli le primissime non le sta sbagliando. (L'Unione Sarda.it)
A partire proprio dall’editoria Italiana, che ha più volte richiamato pubblicamente il governo Meloni a rivedere le scelte portate avanti finora. La chiamano ‘riduzione delle inefficienze’ ma sono tagli belli e buoni che tutti i settori culturali stanno denunciando e su cui gli stessi uffici del Mic, senza guida, sono in imbarazzo. (Civonline)
Siamo già al nodo centrale della destra novecentesca e poi postmoderna. E non è un caso che proprio all’inizio della lunga parte dell’intervento dedicata all’imprenditore, il Ministro cada in contraddizione. (Lucy. Sulla cultura)
Nel frattempo bisogna affidarsi ai giornali, che pochi sfogliano, oppure ai computer e cellulari degli interessati. Da quando in Parlamento fanno le registrazioni video, i resoconti stenografici sono diventati meno urgenti (sic!). (L'Opinione delle Libertà)
ROMA (Trentino)
Chi lo sbeffeggia cita le supercazzole di “Amici miei” (così su Repubblica, la Stampa, e Il Fatto Quotidiano. La7 si è limitata a un «incomprensibile». (Merateonline)