Nell’offensiva di Kursk le armi Nato combattono per la prima volta in Russia. E la parte del leone la fanno le forniture europee

L’ultimo a varcare la frontiera è stato un Challenger 2 britannico, che potrebbe entrare nella Storia come primo tank della Nato a combattere in territorio russo. La presenza di questi carri armati da 62 tonnellate nell’offensiva di Kursk è stata rivelata dalla propaganda di Mosca: ha diffuso il video di un drone-killer Lancet che ne colpisce uno nella località di Otradnoye. Fonti ufficiali di Lo… (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri media

Un cambiamento drastico delle sorti della guerra motivato principalmente dalle nuove armi e tecnologie donate a Kiev dai suoi alleati occidentali. Tra questi spicca il Regno Unito, che l'anno scorso inviò in Ucraina delle armi dallo straordinario potenziale distruttivo e difensivo: i carri armati Challenger 2. (ilmessaggero.it)

Il Ministero della Difesa ha affermato di non voler rilasciare dichiarazioni in merito alle specifiche armi fornite dal Regno Unito che vengono utilizzate. Ma un portavoce del Ministero della Difesa ha affermato che, in base alla Carta delle Nazioni Unite, l'Ucraina ha il chiaro diritto all'autodifesa contro gli attacchi illegali della Russia e "ciò non esclude operazioni all'interno della Russia". (Gazzetta di Parma)

A fare la parte, con questo ragionamento, del leader pacifista è il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, alleato stretto di Vladimir Putin, che solo pochi giorni fa non ha aspettato che qualche minuto per decidere di schierare i missili al confine con l’Ucraina dopo che alcuni droni avevano superato la frontiera aerea. (Il Fatto Quotidiano)