A Milano due manifestazioni chiedono 'giustizia per Ramy'
"Esiste una Milano antirazzista che chiede Verità e Giustizia per Ramy e Fares!" questo lo slogan con cui le varie realtà che aderiscono al 'coordinamento antirazzista' danno appuntamento per sabato 11 gennaio alle ore 17:30 in Piazza San Babila, a Milano. L'invito alla manifestazione è stato pubblicato sui social e hanno già aderito realtà come il centro sociale Cantiere e lo spazio mutuo soccorso, che precisano che saranno anche oggi in piazza per il corteo che partirà alle 18 da piazza XXIV maggio, lanciato dal collettivo Rebelot "per ricordare Ramy e per chiedere giustizia". (Tiscali Notizie)
Se ne è parlato anche su altri media
A Fanpage.it Valerio de Gioia, ovvero Consigliere della prima sezione penale della Corte di Appello di Roma, ha spiegato cosa rischiano i carabinieri coinvolti nell'inseguimento in cui è morto il 19enne Ramy Elgaml. (Fanpage.it)
Sono rimasta basita a sentire i carabinieri pronunciare frasi come “Vaffanculo non è caduto prima, lo che cade, no merda non è caduto”. Debora Piazza, con Marco Romagnoli, è l’avvocata di Fares Bouzidi. (il manifesto)
"Esiste una Milano antirazzista che chiede verità e giustizia per Ramy e Fares". La decisione di organizzare un corteo arriva a un mese e mezzo dalla morte del 19enne egiziano nel quartiere di Corvetto e a pochi giorni dalla messa in onda di un nuovo video che riprende l'incidente in cui il giovane Ramy Elgam. (MilanoToday.it)
Come farlo rientra nelle tecniche operative delle forze dell’ordine che ogni giorno pattugliano le strade. Con una premessa: bisogna evitare collisioni con il veicolo inseguito e allo stesso tempo tra le macchine inseguitrici. (IL GIORNO)
“Due ragazzi incoscienti a terra, ci serve un’ambulanza” “La centrale voleva parlare con noi perché ci sono due ragazzi incoscienti per terra.”, afferma il carabiniere al telefono con l’operatore del 118 nella notte del 24 novembre. (Il Giornale d'Italia)
L'ex capo della polizia Franco Gabrielli, ora consulente alla Sicurezza del sindaco di Milano, ha parlato della morte di Ramy Elgaml, il 19enne che lo scorso novembre era a bordo di uno scooter guidato da un amico e inseguito dai carabinieri, spiegando che «è ovvio che quella non è la modalità corretta con cui si conduce un inseguimento perché c'è pur sempre una targa, un veicolo». (L'Unione Sarda.it)