Oggi scade il concordato preventivo biennale, a chi conviene e perché è importante per la Manovra
, è l'ultimo giorno per aderire al concordato preventivo biennale, rivolto alle partite Iva. Chi lo fa accetta di pagare una certa quantità di imposte per i prossimi due anni: in cambio evita controlli del Fisco e può mettersi in regola. Il governo Meloni punta sulle entrate del concordato per aggiungere delle misure nella legge di bilancio. (Fanpage.it)
La notizia riportata su altri media
I commercialisti da tempo, infatti, chiedevano al governo di rivedere la scadenza del 31 ottobre, evidenziando il basso numero di adesioni al concordato per le partite Iva (collegato al ravvedimento speciale per sanare ben 5 anni di tasse non versate, a prezzi stracciati). (Corriere della Sera)
Se ci sarà, come tutti auspicano, verrà a sostegno della fondatezza delle nostre ragioni e rappresenterà un grande successo delle Associazioni Sindacali e dell’intera Categoria. Se saranno confermate le indiscrezioni di questi minuti, è in arrivo la proroga per il Concordato preventivo biennale. (Fiscal Focus)
Le partite Iva che non aderiranno al concordato preventivo biennale non dovranno temere ritorsioni da parte dell'Agenzia delle Entrate. «Se un contribuente non aderirà al concordato e ritiene di essere nel giusto e di aver pagato le sue imposte non avrà nulla da temere. (il Giornale)
i contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che applicano gli Indici sintetici di affidabilità (ISA) di cui all’articolo 9-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. Possono accedere: (Fiscoetasse)
“In merito alle indiscrezioni circolate nelle ultime ore tra alcune associazioni di categoria dei commercialisti riguardo una possibile proroga dei termini per l’adesione al concordato preventivo biennale, si ribadisce che non è prevista alcuna misura che vada in questa direzione. (Il Sole 24 ORE)
Ma alla fine l’esecutivo ha preferito essere prudente: nella Legge di Bilancio non si prevede alcun gettito dal concordato biennale. E riguardano solo quelli che già sanno che è più conveniente pagare l’imposta sostitutiva del concordato, nel 2024 e nel 2025, piuttosto che la normale Irpef. (Corriere della Sera)