Stellantis, i tanti e globali nodi da sciogliere

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Sono tanti e intricati i nodi che il futuro ceo di Stellantis dovrà sciogliere, alcuni dei quali sono sul tavolo del Chief Operating Officer, Jean-Philippe Imparato, che mercoledì sarà al Mimit. Uno fra tutto la sovrapposizione tra marchi e la possibile vendita di brand che si stanno trasformando in rami secchi pesando sui conti. Marchi che l’ex numero uno Carlo Tavares ha ribadito a più riprese di non voler cedere. (Il Sole 24 ORE)

Ne parlano anche altri giornali

Tutti i regali di Natale di Stellantis agli stabilimenti italiani (Start Magazine)

Si tratta di due dossier industriali dall’esito tutt’altro che scontato, che potrebbero trovare una soluzione non già la prossima settimana ma nei prossimi mesi. Restare in corsa per produrre modelli mass market in Italia e confermare il polo di produzione di batterie nella attuale fabbrica di motori di Termoli. (Il Sole 24 ORE)

Dopo il terremoto conseguente alle dimissioni di Carlos Tavares, a governare Stellantis c’è ora un comitato esecutivo ad interim presieduto da John Elkann. Un comitato che sembra intenzionato a dare una decisa sterzata alla strategia dell’azienda, concentrando fra l’altro molte risorse in Italia. (DMove.it)

Stellantis e indotto, Fiom Cgil Basilicata: "Azienda e governo nazionale hanno responsabilità precise ma anche il silenzio delle istituzioni regionali è preoccupante"

Il grande giorno è arrivato. Al ministero delle Imprese e del Made in Italy oggi si deciderà il futuro di Stellantis nel nostro Paese. Le dimissioni dell’ad Carlos Tavares sono considerate da molti come un’opportunità per l’azienda dell’automotive di riallacciare i rapporti anche con i governi, a partire da quello italiano. (LA NOTIZIA)

La marcia di avvicinamento al tavolo ministeriale del 17 dicembre, dove Stellantis discuterà il futuro dell’industria automobilistica italiana, è accompagnata da un misto di speranza e preoccupazione. Tra le priorità c’è Termoli, cuore del progetto Gigafactory, il cui futuro resta incerto, mentre si moltiplicano le dichiarazioni di esponenti politici e industriali. (Primonumero)

“L’utilizzo degli ammortizzatori sociali pesa ormai da troppo tempo sulle condizioni economiche e di prospettive occupazionali delle lavoratrici e dei lavoratori. Vi è tutta la responsabilità dell’azienda che ha deciso di non investire più nel settore nel nostro Paese”. (Sassilive.it)