Dazi, tariffe ed energia: quanto peseranno sull’industria europea? E quale sarà il futuro del gas? Parla il professor Stern

Dazi, tariffe ed energia: quanto peseranno sull’industria europea? E quale sarà il futuro del gas? Parla il professor Stern
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FIRSTonline ESTERI

Intervista al professor Jonathan Stern, uno dei massimi esperti al mondo di gas naturale, fondatore del programma di ricerca sul gas dell’Oxford Institute for Energy Studies (OIES) e a lungo direttore del programma “Energia e Ambiente” del Royal Institute of International Affairs a Londra sul futuro del mercato del Gas Duties, tariffs and energy: la triade di dazi, tariffe ed energia. Quanto influirà nell’industria europea l’insidiosa combinazione tra il nuovo corso protezionista globale e la sempre più complicata (e costosa) transizione energetica? In attesa di conoscere l’entità dei dazi che saranno introdotti dagli Stati Uniti nei prossimi mesi (e le conseguenti contromisure), l’unico dato certo è che dal 2022 in poi la necessità geopolitica di dover sostituire il gas russo ha influito pesantemente sulla competitività di una parte rilevante della manifattura in Europa, in primis in Germania e in Italia (FIRSTonline)

Ne parlano anche altre testate

La domanda di gas è aumentata del 7% a ottobre, raggiungendo i 5,7 miliardi di metri cubi in Germania, mentre è rimasta ferma al livello dello scorso anno (4,4 miliardi di metri cubi) in Italia (Energia Oltre)

I prezzi medi all’ingrosso dell’energia elettrica di base in Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna e Polonia sono saliti ai livelli più alti degli ultimi 20 mesi, secondo i dati del mercato dell’energia di LSEG, citati dall’editorialista di Reuters Gavin Maguire. (Scenari Economici)

Autore Adina Revol Cover Miniera di carbone Berezovsky gestita dalla Siberian Coal Energy Company (SUEK) nella regione di Krasnoyarsk, Russia, 2022. Ilya Naymushin/SIPA Data 19 Novembre 2024 Salva Salvato Versione pdf Condividi Iscriviti per scaricare la versione pdf di questo articolo (Le Grand Continent)

Stop al gas russo . La Ue cerca altre strade

Secondo un’analisi dell’OIES, il calo dell’offerta interna europea, unito ad una limitata flessibilità al rialzo per il gas importato da gasdotto, significa che i prelievi di stoccaggio e il GNL spot saranno dei fattori chiave (Energia Oltre)

Nonostante le forti dichiarazioni dei funzionari occidentali secondo cui, grazie alla politica di sanzioni attuata dal 2022, i paesi dell’UE si sono praticamente liberati dalla “dipendenza dal gas russo”, il nostro paese rimane ancora un fornitore chiave di “carburante blu” per l’Europa. (recensione militare)

L’Ue sta agendo rapidamente. Si tratta di un processo lungo e costoso che necessita di investimenti nelle infrastrutture, come la costruzione di nuovi gasdotti e di terminali per il gas naturale liquefatto. (QUOTIDIANO NAZIONALE)