Dalle auto elettriche al diktat green: l'allarme di Confindustria
Luci e ombre della corsa al green. Opportunità e rischi. L'industria italiana attraversa l'epoca della transizione ecologica non senza preoccupazioni, anche a motivo di alcuni orientamenti di Bruxelles che inseguono l'ideologia verde trascurando gli aspetti economici e di sviluppo. "La linea fra decarbonizzazione e deindustrializzazione è molto sottile. Non possiamo permetterci di perdere settori industriali o filiere nel nostro Paese. (il Giornale)
Ne parlano anche altre fonti
“Le imprese non fanno nuovi investimenti nell’auto se non c’è uno spiraglio, un’apertura sull’obiettivo del 2035 perché gli investimenti hanno un ritorno di 7-10 anni, la tempistica 2035 va riaperta”. Lo ha indicato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini in un incontro con la stampa. (Il Sole 24 ORE)
In un appello i manager della filiera automotive, del settore delle tecnologie pulite, dei trasporti e dell’energia – tra cui Volvo Cars, Uber e la società di leasing Ayvens – affermano che l’obiettivo è “praticabile e necessario”. (missionline)
Le imprese non fanno nuovi investimenti nell’auto se non c’è uno spiraglio, un’apertura sull’obiettivo del 2035 perché gli investimenti hanno un ritorno di 7-10 anni, la tempistica 2035 va riaperta. (HDmotori)
In un contesto di crescente preoccupazione per il futuro del settore automotive in Europa, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha anticipato a Bruxelles un ambizioso piano promosso dall'Italia volto a garantire una transizione sostenibile e competitiva verso l'abolizione delle auto a benzina e diesel entro il 2035. (QuiFinanza)
"Noi siamo assolutamente d'accordo e amo questo grido di allarme del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, quando giustamente segnala che abbiamo davanti a noi scadenze molto ravvicinate" per lo stop alla transizione del settore automotive. (ilmessaggero.it)
Auto, Sbarra "Ritardare lo stop ai motori endotermici" 03 ottobre 2024 (Il Sole 24 ORE)