Taiwan vista da dentro. Lo sforzo di mantenere viva una democrazia a prova di Cina (di G. Carrer)

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L'HuffPost ESTERI

È passata appena una settimana dell’insediamento di William Lai Ching-te alla presidenza di Taiwan. Ha giurato come quinto presidente eletto in una democrazia giovane ma vibrante, tanto che si parla a volte di iper-democrazia, alle prese con le mire di un’autocrazia sempre più chiusa in sé stessa, la Cina, spesso definita Partito-Stato. La vicenda è complessa ma si può riassumere così: la Repubblica popolare cinese, ovvero la Cina, definisce la Repubblica di Cina, cioè Taiwan, una provincia ribelle che va “riunificata” (mai, però, la Repubblica popolare cinese ha governato l’isola), anche con l’uso della forza per vincere le resistenze di chi, difendendo lo status quo, è considerato un pericoloso indipendentista da Pechino (L'HuffPost)

Su altri giornali

Il ministero della Difesa di Taipei ha riferito di aver rilevato nelle 24 ore alle 6.00 locali (mezzanotte in Italia) 38 aerei e 7 navi da guerra cinesi intorno all’isola, nonché 4 unità della guardia costiera, sempre più integrate nelle attività di pressione su quella che i cinesi ritengono una provincia ribelle. (Il Fatto Quotidiano)

Le dichiarazioni del nuovo presidente non sono state accolte bene dalla Cina. L’Isola autogovernata, fresca dell’insediamento del presidente Lai Ching-te, ha dovuto assistere a ingenti manovre militari cinesi. (opinione.it)

Dopo il fronte europeo (l’Ucraina) e quello mediorientale (Israele), la sfida definitiva all’ordine mondiale a guida Usa può arrivare dal Mar Cinese Meridionale. Pechino tenterà di prendersi Taiwan prima che scada il mandato del presidente Joe Biden? (Nicola Porro)

Adotteremo azioni risolute per frenare l’indipendenza di Taiwan e per assicurarci che un simile… Su Taiwan «rimaniamo impegnati per una unificazione pacifica», ma questa prospettiva «viene sempre più erosa dai separatisti taiwanesi e dalle forze esterne. (la Repubblica)

Un insolito accumulo di materie prime, tra cui l'oro, da parte della Cina sta insospettendo il mondo: è possibile che il presidente Xi Jinping si stia preparando alla guerra contro l'isola di Taiwan. (ilmessaggero.it)

Basta, infatti, che il Dragone realizzi un blocco navale attorno all'isola per tagliare fuori Taipei dalle catene di approvvigionamento dei semiconduttori e causare un danno al pianeta intero dal valore di circa 5 trilioni di dollari. (ilGiornale.it)