Da Ikea a boutique, l'inchiesta sulle cyber-spie

Da Ikea a boutique, l'inchiesta sulle cyber-spie
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INTERNO

Il 5 settembre scorso, Nunzio Samuele Calamucci, la mente tecnologica della rete di presunte cyber-spie al centro dell'indagine della Dda di Milano e della Dna, ha parlato al telefono con l'ex super poliziotto Carmine Gallo e con Enrico Pazzali, il presidente di Fondazione Fiera Milano, che si è autosospeso in quanto indagato e titolare di Equalize, la società amministrata dallo stesso Gallo, ritenuta una sorta di fabbrica di dossieraggio. Durante la conversazione, Calamucci ha affermato: "Stiamo facendo la trasformazione da Ikea a boutique... stiamo diventando boutique".

L'inchiesta, che ha portato agli arresti domiciliari quattro persone, tra cui l'ex super poliziotto Carmine Gallo, ha rivelato che Pazzali viaggiava su una macchina con autista e con una "paletta con stemma della Repubblica e la dicitura Prefettura di Milano". Questo dettaglio emerge da una informativa agli atti dell'indagine, che ha svelato una rete di presunte cyber-spie coinvolte in attività di dossieraggio illecito.

Le intercettazioni hanno rivelato che il gruppo di Equalize, guidato da Calamucci, avrebbe realizzato un'operazione denominata "Piombo fuso" per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, il quarto figlio del patron di Luxottica e anch'egli indagato. Calamucci, considerato la mente tecnologica del gruppo, avrebbe orchestrato l'operazione, che è ora al centro dell'inchiesta milanese.

Le prime ammissioni da parte degli indagati hanno iniziato a emergere, con Calamucci che ha confessato di aver prelevato dati per conto di Carmine Gallo.